“I recenti fatti di cronaca legati alle morti sul lavoro ripropongono drammaticamente una situazione che non può proseguire. In Italia, nell’arco di un giorno ben 6 vittime sul lavoro in una scia di sangue che purtroppo non si è fermata visto che pochi giorni fa si sono registrati altri quattro incidenti. Il Sud è avanti nella graduatoria. In Italia, i dati Inail segnalano772 decessi per incidenti sul lavoro con una media impressionante nei primi 8 mesi dell’anno in corso. Anche il premier Draghi è intervenuto imponendo uno stop alle aziende dove si muore ma a nostro avviso, non basta. La Cisal provinciale sostiene che questa situazione drammatica non può andare avanti: occorrono controlli severi ma anche formazione del personale deputato a questo lavoro, occorrono modifiche sostanziali alle leggi e formazione-informazione per i lavoratori legate ai rischi che potrebbero correre nelle attività svolte. Nel dettaglio, la Cisal irpina sostiene che la modifica più importante sia quella da apportare alla legge 833 del 1978 che ha demandato le competenze in merito all’igiene e sicurezza sul lavoro al Servizio Sanitario nazionale. In effetti, le competenze che erano tipiche dell’Ispettorato del lavoro furono assegnate al personale del S.S.N.; le competenze andrebbero riassegnate agli Ispettori del Lavoro che oggi svolgono mansioni generiche e limitatissime nel campo del controllo dei canoni di sicurezza nelle aziende. Anche il decreto legislativo 81/2008 (norme in materia di sicurezza del lavoro) andrebbe modificato nella percentuale dal 20% al 10% della forza occupata irregolarmente per ottenere un inasprimento della sospensione dell’attività. Un chiaro messaggio agli imprenditori teso soprattutto a far sì che nelle aziende sia rispettato il lavoro con l’occupazione regolare.”
"Morti bianche, una scia di sangue e croci. Ora basta: pene più severe"
La Cisal Irpina interviene sulla lunga catena di morti di lavoro
Redazione Ottopagine