Salerno

Le organizzazioni professionali agricole provinciali Coldiretti, Cia e Confagricoltura e i sindacati dei lavoratori Flai-Cgil, Fai-Cisl Cisl e Uila - Uil hanno firmato il rinnovo del contratto provinciale di lavoro per gli operai agricoli e florovivaisti della provincia di Salerno, che era scaduto il primo gennaio 2020. Il rinnovo contrattuale, che interessa circa 27mila operai agricoli, a fronte di una struttura contrattuale che è rimasta immutata, ha riconosciuto un aumento delle retribuzioni dell’1,8% (i sindacati dei lavoratori avevano chiesto il 4,8%), 50 euro per la vacanza contrattuale ed un aggiornamento dei rimborsi chilometrici. 

"Ma Confagricoltura Salerno ha firmato turandosi il naso - afferma Antonio Costantino, presidente dell’Unione di Salerno -. Credo che questa sia stata la peggior trattativa nella storia delle relazioni sindacali agricole della nostra provincia - aggiunge Costantino -. L’agricoltura è un settore economico certamente trainante ed avrebbe meritato qualcosa di più del solito libro dei sogni. Questo era quello che volevamo portare a casa per le aziende agricole, un contratto provinciale di lavoro che ricalcasse la realtà dei fatti, dei salari e delle imprese che lo vivono ogni giorno".

Secondo il presidente di Confagricoltura Salerno "ci si è accontentati di una piccola operazione di maquillage, un paio di piccoli ed insignificanti ritocchi, tanto per lasciar intendere che anche Salerno ha chiuso il contratto e soddisfatto i programmi delle segreterie sindacali: sempre più lontane dai lavoratori".

Antonio Costantino così sottolinea una firma apposta per solo senso di responsabilità: "Non possiamo scrivere da soli il libro della realtà, lo avremmo già fatto, ma non firmare avrebbe comportato per le aziende associate l’impossibilità di applicare il nuovo contratto con tutte le conseguenze che sarebbero potute derivare per problemi di tipo contributivo ed ispettivo e l’apertura di contenziosi legali, eventualità che abbiamo preferito evitare. In questa tornata di trattative, non vi erano gli animi e le competenze adatte per modulare uno strumento così importante sulla nostra realtà d’impresa nella maniera più adatta a soddisfare un settore difficile perché composto da visioni differenti accomunate tutte dalla necessità di fare impresa, ma nel rispetto massimo del lavoro e delle sue regole. Ecco, questa occasione ci è sfuggita ancora una volta", conclude la guida di Confagricoltura