Avellino

Non è scesa direttamente in campo per la fascia tricolore di Lioni ma Rosetta D'Amelio è ugualmente impegnata per questa campagna elettorale, non solo nella sua cittadina, quella che ha governato da sindaco prima della carica in consiglio regionale, ma per tutti i comuni chiamati al voto in Irpinia, nonostante l'assenza di liste di partito.

“Il Pd c'è, a dispetto di quanto si dica – afferma la D'Amelio – Sono candidati tanti amministratori e militanti che hanno in tasca la tessera del partito, non solo tra i comuni sopra i 5mila abitanti. Certo il commissario Michele Bordo avrebbe potuto almeno dare luogo a un confronto prima della presentazione delle liste, si poteva fare di più”.

Nel frattempo Bordo, chiamato dalla segreteria nazionale a risolvere la complessa vicenda del tesseramento e del congresso in Irpinia,ha emanato un nuovo regolamento con riduzione della platea. “Sono cinque anni che sto dicendo che si deve fare questo congresso. La riduzione della platea a 60 persone può rivelarsi persino utile per velocizzare e fare sintesi”.

C'è il rischio che i candidati alla segreteria possano cambiare fino al 22 ottobre?

“E' probabile che qualcun'altro decida di candidarsi. Io ho sempre sostenuto la candidatura dell'avvocato Nello Pizza perché credo che possa interpretare al meglio, con competenza, il ruolo. Anche se il congresso si farà a dicembre. In ogni caso sarebbe stato meglio fare questo passaggio prima delle elezioni. Un organo ben definito e legittimato del Pd avrebbe dato indirizzi chiari, e la partita delle amministrative ce la saremmo giocata meglio. Ma sono certa che andrà bene lo stesso”.

Di sicuro andrà bene a Lioni dove alla fine si è presentata un'unica lista, quella del sindaco uscente Yuri Gioino, che lei stessa ha sostenuto cinque anni fa. 

“Dispiace che non si sia formata la seconda lista – continua l'ex presidente del consiglio regionale – la competizione è sempre un segnale di democrazia. Ma sono certa che a Lioni ci sarà lo stesso una buona risposta degli elettori, qui c'è sempre stata una forte tradizione politica e una grande partecipazione”.

Infine il capitolo Alto Calore con la richiesta di fallimento del Tribunale. Tutti si affannano a puntare il dito sulla gestione politica dell'ente. 

“Mi sono divertita a sentire e leggere le dichiarazioni di tanti esponenti politici di oggi e di ieri, sembra che questo fallimento non sia figlio di nessuno. Io posso affermare di non aver mai avuto amici nella gestione dell'azienda. Per me l'unico obiettivo deve essere rispettare il referendum e lasciare l'acqua pubblica”.