Dieci mesi. Ne sono trascorsi tanti dal momento della richiesta di arresto avanzata dalla Procura nei confronti di Carmine Valentino. Ad adottare il provvedimento restrittivo è stato il gip Gelsomina Palmieri, che ha ravvisato l'esistenza delle esigenze cautelari - pericolo di reiterazione del reato-, connesse “ad una valutazione delle specifiche modalità e circostanze del fatto, ad un giudizio negativo sulla personalità dell'indagato, desunta da comportamenti o atti concreti o dai suoi precedenti penali”.
Secondo la dottoressa Palmieri, “dagli atti di indagine emerge come la vicenda che ha visto coinvolto la segretaria comunale non possa ritenersi a carattere occasionale in considerazione delle modalità assolutamente risolute e disinvolte di perpetrazione della condotta, tanto da non poter escludere che comportamenti analoghi siano già stati posti in essere in passato (senza seguiti giudiziari) e possano ripetersi in futuro".
Nel mirino degli inquirenti i comportamenti che Valentino avrebbe assunto nei confronti della segretaria comunale, membro della commissione giudicatrice della procedura. Qualche giorno prima della seduta d'esordio della commissione le avrebbe consegnato tre fogli in cui erano indicate le caratteristiche di una delle imprese concorrenti – la Sogert con sede a Grumo Nevano – le avrebbe intimato che la gara avrebbe dovuto aggiudicarsela quella società, “alla quale Valentino sarebbe stato legato “in virtù di cointeressenze economiche e professionali che l'impresa aveva in quel momento con la 'Geset riscossioni', quest'ultima gestita e di proprietà” del cognato.
L'accusa sostiene che la segretaria comunale avrebbe dovuto assegnarle per l'offerta tecnica un punteggio maggiore, e che, se non l'avesse fatto, per lei sarebbe scattata una possibile revoca. La dirigente aveva detto no, poi sarebbe stata costretta a presentare le dimissioni da componente la commissione, provocando l'annullamento della procedura per vizi procedurali.
Quarantacinque le pagine dell'ordinanza di custodia cautelare, che si chiude, rispetto alla reiterazione dei raeti, con la definizione di Valentino come “soggetto che strumentalizza il suo ruolo politico per favorire interessi privati. Ed infatti egli, nel 2019 e fino al 2020, anche a seguito del dissesto finanziario e dell'impossibilità ricandidarsi immediatamente per la terza volta come sindaco”, avrebbe “continuato a cercare di gestire l'ente comunale in maniera privatistica, tentando di influenzare le scelte” di Giovannina Piccoli ("suo ex assessore e poi sindaco"), in modo da continuare a gestire in prima persona, sebbene dietro la formale investitura della Piccoli, l'ente comunale e le sue scelte più importanti, ed in particolare gli appalti pubblici di rilevante importo che di lì a poco sarebbero stai indetti”.