Ischia

E' un dramma che accomuna tutti, allo stesso modo, in ogni angolo della regione sin dall'inizio della pandemia. Tante famiglie non hanno potuto inizialmente neppure celebrare un funerale o rivolgere un ultimo saluto in un cimitero. Pazienti deceduti, chiusi all'interno di sacchi, deposti nelle bare e tumulati nella solitudine più totale senza il conforto dei propri cari. Oggi qualcosa è cambiato, seppur in maniera ristretta è possibile almeno celebrare un rito funebre ma resta il dramma della solitudine negli ospedali dove restano vietate le visite dei familiari. 

"Nelle settimane scorse - scrive Gennario Savio - attraverso un nostro servizio giornalistico intitolato “in ospedale si continua a morire senza poter abbracciare i propri cari”, abbiamo dato voce all’appello di Francesco Di Crescenzo fatto a pochi giorni dalla morte del papà che una volta entrato in ospedale non ha più potuto rivedere. Ebbene, in queste ore, a tal riguardo, si registra una durissima presa di posizione del di Mimmo Loffredo, medico e consigliere comunale di Forio il quale, oltre a denunciare la tragedia vissuta in un ospedale di Napoli dal padre poi deceduto, fa appello affinché i ricoverati non vengano più lasciati morire da soli e disperati nei reparti ospedalieri della regione Campania e senza neppure la possibilità di un ultimo abbraccio ai loro cari.

L’augurio, naturalmente - conclude Savio da sempre vicino alle questioni che riguardano i più deboli - è che ora finalmente chi di dovere intervenga e non consenta più, nonostante green pass, vaccinazioni e tamponi, ai degenti di morire negli ospedali senza poter avere accanto un proprio caro."