Avellino

Mani a picchiettare nervosamente sul tavolo, parole chiare e inequivocabili nei confronti del suo Potenza. Il presidente Salvatore Caiata, nell'ultimo post-partita, dopo il pareggio per 1-1 al “Viviani” contro il Monterosi, non ha usato giri di parole: “Sono rammaricato e uso il termine rammaricato per adottore un'espressione gentile perché sono molto più che rammaricato. La squadra non mi è affatto piaciuta. Non c'è dubbio che il calcio è beffardo, è chiaro che abbiamo attaccato per novanta minuti e subito gol sull'unica palla messa in area di rigore dai nostri avversari, nel secondo tempo, ma è altrettanto vero che non si possono commettere errori e macchiarsi di ingenuità. Ci vuole cattiveria, forse qualcuno si è montato un po' la testa, bisogna mettere i piedi a terra e pedalare, correre, perché qui fenomeni non ce ne sono. C'è una squadra che rende se corre e se si danna l'anima e questo bisogna fare. Bisogna ritrovare vigore e non coccolarci esaltando la nostre prestazioni. A me non servono le prestazioni, adesso mi servono i punti. Dobbiamo fare i punti, vincere, andare giù duri e determinati. Come sempre non le mando a dire. Quando le cose non vanno come non devono allora è giusto sottolinearle. Col Monterosi mi aspettavo di vincere, ma alla fine ho pensato pure di perderla perché quando prendi gol all'89' non puoi non immaginarlo. Ci fa gol sempre Mbende, è incredibile permettergli di saltare. Ci ha fatto due gol con la Viterbese, uno col Catania... Il calcio è anche cabala, si è fatto male un difensore è entrato lui e ha fatto gol. Tant'è. Pareggiare al novantesimo non mi da conforto, ci servivano i 3 punti per salire in classifica”.

Un messaggio senza possibilità di equivoco in vista della partita di domenica prossima, alle 14,30, al “Partenio-Lombardi”: “Mi aspetto una grande partita ad Avellino, una cattiveria diversa, la voglia di andare a vincere e non di piacersi, dobbiamo fare assolutamente risultato. Chiediamo di essere rispettati: a Catanzaro abbiamo preso un rigore al novantesimo per un soffio, con il Monterosi ho visto due, tre episodi in cui non ci è stata concessa la massima punizione e ci rammarica. Non parliamo degli arbitraggi, per filosofia, ma bisogna dare uniformità di giudizio altrimenti diventa mortificante per chi investe e fa sacrifici. Se il fallo di mano è rigore è sempre rigore”.