Tutto ruota attorno a quella pistola. La 357 Magnum detenuta legalmente, e custodita nella cassaforte di casa, da Giuseppe Massaro, 57 anni, di Sant'Agata dei Goti, è l'arma che la sera del 19 luglio del 2018 ha ucciso Giuseppe Matarazzo, il 45enne pastore di Frasso Telesino, dinanzi alla sua abitazione alla contrada Selva?
Nessun dubbio per Gaetano Rizza, il perito incaricato dalla Corte di assise nel processo anche a carico di Generoso Nasta, 32 anni, di San Felice a Cancello. Conclusioni ribadite in aula a luglio, questa mattina contrastate, anche attraverso uno schermo sul quale sono apparse le immagini diffuse da un proiettore, dalla difesa di Massaro, che ha fornito le attrezzature; i rilievi sono stati avanzati, in particolare, da Biagio Manetto, ex ispettore capo della Scientifica di Palermo, indicato come ausiliario di Felice Nunziata, uno dei due consulenti di parte – l'altro è Alberto Panza.
Nel mirino di Manetto sono finite le contraddizioni nelle quali, a suo dire, sarebbe incappato Rizza in merito al corretto allineamento tra il proiettile test e quello repertato, alla mancata indicazione del numero delle strie, al mancato confronto, per stabilire se fossero tutti della stessa pistola, tra i vari proiettili sequestrati. Argomenti sui quali è stato nuovamente chiamato a rispondere lo stesso Rizza, commissario di polizia in servizio presso la Scientifica della Questura di Ancona, che ha confermato gli errori che, secondo la sua valutazione, avrebbero connotato la relazione di Giuseppe Cristofaro, consulente del Pm, e già evidenziati da Panza.
Punti di vista opposti che hanno sancito la nuova chiusura dell'istruttoria dibattimentale e l'inizio della 'discussione bis': prima il sostituto procuratore Francesco Sansobrino, che ha reiterato la richiesta di ergastolo per i due imputati, poi gli avvocati Antonio Leone e Tullio Tartaglia, per i familiari della vittima, parti civili - per loro, come consuelnte balistico, Felice Capaldo -, che si sono espressi per la dichiarazione di responsabilità di Massaro e Nasta. Di cui gli avvocati Angelo Leone, per il primo, Orlando Sgambati e Angelo Raucci, per l'altro, hanno invece sollecitato l'assoluzione.
Come è noto, Massaro è accusato di aver fornito l'arma e la Croma che avrebbe guidato Nasta per portare a termine la missione di morte. Il 6 ottobre, dopo la discussione dell'avvocato Mario Palmieri (per Massaro), la sentenza della Corte su un delitto che ha come sfondo una vicenda: un mese prima di essere ammazzato, Matarazzo aveva terminato di scontare una condanna a 11 anni e 6 mesi perchè riconosciuto responsabile di abusi sessuali ai danni della 15enne che il 6 gennaio del 2008 si era tolta la vita impiccandosi ad un albero. Una storia terribile sullo sfondo, dunque, di un omicidio che avrebbe come movente la vendetta, rispetto al quale mancano ancora il mandante ed il killer.