Una delle buste meno gradite nelle caselle postali italiane è sicuramente la bolletta dell’energia, gas e corrente, che ogni anno diventa sempre più onerosa. Nonostante ciò, occuparsi dei consumi oggi è abbastanza semplice, perché l’operatore è sempre lo stesso e i prezzi sono fissati dall’agenzia statale ARERA, ovvero l’Agenzia di Regolazione per Energia Reti e Ambiente. Il servizio elettrico aveva un costo e delle condizioni chiare e uguali per tutti i residenti di una determinata area.
Il mercato tutelato dell’energia: proroga al 1° gennaio 2023.
Questa però è la situazione del mercato tutelato dell’energia, una situazione di parità che non rispetta i parametri di garanzia del mercato libero e che già nel 1999 venne eliminata con il decreto Bersani (D.Lsg 16 marzo 1999, n.79). L’attuazione del decreto è sempre slittata finché non è stata votata prima per l’inizio del 2022 e infine di nuovo rinviata e confermata con il decreto Milleproroghe 2021 del Governo Draghi: il 1° gennaio 2023 sarà davvero la fine del vecchio mercato di maggior tutela.
Chi sono oggi i gestori dell’elettricità?
Il fornitore di energia elettrica del sistema attuale è Enel s.p.a., una società nata nel 1962 come ente pubblico e dal 1999, sempre per effetto del decreto Bersani, divenuta una quotata in borsa. Lo Stato italiano rimane comunque il maggior azionista. Nel 2017 da Enel s.p.a. nascono Servizio Elettrico Nazionale ed Enel Energia, con la seconda che inizia ad operare in regime di concorrenza.
Enel è quindi il fornitore di energia elettrica delle case degli italiani e opera secondo i prezzi e le condizioni imposte dalle normative, ma è già possibile fare contratti con società alternative, alcune delle quali sono già diventate dei veri e propri colossi.
Il mercato elettrico è quindi complesso già oggi e sicuramente ci sono alcuni aspetti di questa realtà che non tutti conoscono bene, a partire dalla semplice lettura della bolletta.
Cosa succede a Servizio Elettrico Nazionale?
Il 1° gennaio 2023 non ci sarà, per il mercato tutelato, proroga possibile. I cambiamenti saranno spesso solo legati ai nomi e certi colossi aziendali non hanno da temere, ma in effetti è vero che cesserà di esistere quello che oggi è Servizio Elettrico Nazionale, ma
La fine del mercato tutelato non è però la fine di Enel
La fine del mercato di maggior tutela non significa però che Enel scomparirà, ma solo che non ci sarà la società legata al vecchio sistema e chedal 2023 esisterà solo Enel Energia. Per gli utenti, invece, questo cambiamento significa che non essendoci più alcuna imposizione di prezzo da parte dello Stato si dovrà verificare di volta in volta i cambiamenti delle singole clausole dei contratti di fornitura. Un po’ come succede quando si rinnovano i piani tariffari del cellulare o le polizze dell’assicurazione.
Cosa cambierà per i clienti del mercato tutelato?
Se nel Gattopardo si diceva che “Tutto deve cambiare perché tutto resti come prima”, la sensazione è che in effetti questo grandissimo stravolgimento non ci sarà se non per la fase iniziale del cambiamento.
La paura dei consumatori è quella che tutta questa operazione porti ad ulteriori rincari e al mancato controllo sull’operato del proprio fornitore, ma se è vero che non ci saranno più veri e propri tetti massimi ai costi, è anche giusto sottolineare che il mercato libero può portare a dei vantaggi.
Come accade infatti per qualunque altro settore, ogni fornitore di energia elettrica e gas potrà riservare sconti, agevolazioni, bonus e prezzi speciali ai propri clienti.
In questi casi, infatti, per vincere la concorrenza si sceglie la strada dell’offrire al possibile cliente condizioni più vantaggiose di quelle dei nostri competitor, per cui è più plausibile ipotizzare che almeno all’inizio si avrà un calo delle tariffe. Oppure si proporranno agli interessati dei pacchetti più completi, magari che inseriscano nella spesa in bolletta anche omaggi come l’ammodernamento degli impianti di illuminazione e gas domestici. Tornando all’esempio del mondo della telefonia, basti pensare a quante promozioni includono l’acquisto a rate di un cellulare nuovo: un’operazione simile a livello concettuale potrebbe diventare realtà anche con le spese del nuovo mercato dell’energia.
Come sarà il mercato libero dell’energia?
Il nuovo mercato libero dell’energia sarà sicuramente affollato, perché già oggi ci sono moltissime società che vi operano e che sono ai più sconosciute, ma questa occasione unica farà affacciare alla finestra italiana anche molte aziende nuove o altri gruppi già attivi, ma in altri Paesi.
Il problema principale per il consumatore sarà imparare ad orientarsi, innanzitutto tra le numerose proposte che riceverà: non è difficile immaginarsi che avremo le cassette della posta piene e molto probabilmente riceveremo mail e telefonate dei call center che vogliono conquistare la nostra fiducia promettendoci l’affare del secolo.
Sarà importante informarsi e leggere bene i nuovi contratti, perché con la fine del mercato tutelato viene meno proprio il filtro di protezione che lo Stato esercitava sui fornitori dei servizi. Clausole nascoste, cavilli, improvvise modifiche al rialzo dei piani di contratto o eventuali apparizioni di costi extra saranno comunque situazioni che verranno poste sotto il controllo di ARERA e delle norme antitrust, per cui non vi è dubbio che sarà sempre garantita la trasparenza delle bollette.
Più importante sarà imparare a leggerle bene e a comprendere tutti gli aspetti del mercato.
In sostanza, il consumatore diventa in qualche modo più autonomo, indipendente, e quindi anche solo nel suo rapporto con i colossi dell’energia. E questo può inizialmente fare paura, anche se ormai ci stiamo abituando al regime di concorrenza applicato a tutti i settori, basti pensare alle novità in fatto di pay tv e di piattaforme streaming.
Come avverrà il passaggio al mercato libero?
Anche quando è nato in parallelo al mercato tutelato un universo di fornitori operanti in libertà, gli italiani hanno quasi tutti continuato a scegliere Enel: per comodità, per diffidenza verso i nuovi fornitori o per scarse informazioni.
Ora saremo costretti a lasciare il mercato di maggior tutela e questo significa che in questi due anni è bene cominciare a portarsi avanti e a cercare nuove realtà con cui stipulare un contratto. Naturalmente, il passaggio non prevede costi (salvo in alcuni casi una marca da bollo da 14 o 16€)e anticipando i tempi rispetto al 2023 si ha la possibilità di avere delle offerte interessanti e di valutare con calma, senza che la fretta dell’ultimo momento possa farci commettere qualche errore.
Inoltre, uno dei motivi per cui si è arrivati all’ennesima proroga dell’entrata in vigore degli effetti del decreto del 1999 è che non si è ancora stabilito cosa accadrà a color che, alla data della fine del mercato tutelato, non avranno ancora scelto una soluzione alternativa.
Cosa succederà, quindi, a chi il 1° gennaio 2023 non avrà un nuovo contratto? Sicuramente questo sarà uno dei temi spinosi dei prossimi anni, ma anche questa ulteriore incertezza sta spingendo molti a sottoscrivere già oggi accordi per avere forniture da operatori che operano in regime di concorrenza.
In tutti i casi in cui è importante fare valutazioni, tenete sempre bene a mente l’importanza del chiedere: informatevi con amici e parenti sulle loro condizioni per l’energia, ma non dimenticate il web.
Le recensioni online legate alle società dell’energia diventano sempre più strategiche e vi possono aiutare a fare un minimo di ordine nel caos che si avrà nei mesi a venire. Ricordatevi sempre che il prezzo non è tutto e che ci sono altrettante voci che negli anni possono diventare fondamentali, come il livello di assistenza clienti.
Inoltre, il mondo si sta rendendo conto della necessità di sviluppare energie pulite e rinnovabili: perché non dare priorità alle aziende che investono nella ricerca sull’energia green?
Cambiare fornitore comporta rischi?
Una delle paure sorte con questo obbligo di cambio riguarda gli impianti elettrici. Si potrebbe infatti pensare che se nella mia area tutti usano un determinato fornitore (magari convenzionato col Comune) e io mi dissocio scegliendone un altro possa avere problemi.
Oppure, che nei giorni di transizione dal vecchio contratto alla nuova società di energia possa avere una sospensione del servizio e quindi rimanere senza gas e luce.
Anche stavolta, ARERA viene comunque in difesa dei cittadini e garantisce che tutti abbiano continuità del servizio. Non si pone nemmeno il problema degli impianti elettrici, perché le forniture sono problemi amministrativi e commerciali e le società forniscono il servizio, ma non possiedono fisicamente i cavi elettrici. Non dovrete nemmeno cambiare il contatore!
Come anticipavamo, ci si aspetta la nascita di nuove società e questo può portare al rischio che qualche new entry del settore non raggiunga i risultati sperati e sia costretta al fallimento. Anche in questo caso, non avete nulla da temere perché la continuità dell’erogazione dell’energia resta comunque assicurata.
Infine,
Cosa sono le tariffe PLACET?
In questo periodo di transizione verso la fine del mercato tutelato, molti fornitori dell’attuale mercato libero stanno attuando promozioni definite PLACET, acronimo che sta per “Prezzo Libero A Condizioni Equiparate di Tutela”. Il termine sembra indicare qualcosa di complesso, ma in realtà indica offerte che si basano su uno standard di prezzo definito dall’autorità e che sono facilmente confrontabili tra i vari operatori. Sono quindi parzialmente tutelate e diventano un importante strumento di passaggio tra il regime vincolato e quello libero. A differenze delle offerte del mercato totalmente libero, però, queste offerte non possono contenere bonus e servizi aggiuntivi, che invece saranno sicuramente la voce su cui si baseranno le strategie commerciali delle imprese.
L’idea delle offerte PLACET è proprio quella di iniziare a far comprendere al consumatore quello che sarà lo scenario italiano da gennaio 2023, rassicurandolo sul fatto che sarà un giorno di nuove opportunità e non quella data da temere con preoccupazione come si comincia a leggere in rete o ad ascoltare in tv.
Quali sono le differenze tra utente domestico e impresa?
Le piccole imprese e le microimprese hanno dato l’addio al mercato tutelato a luglio 2021, entrando nel regime libero con una serie di offerte proprio del tipo PLACET.
L’azienda che non ha scelto in autonomia un’operatore è stata assegnata all’operatore che si è aggiudicato l’appalto della Regione di appartenenza, una metodologia di suddivisione dei clienti che potrebbe essere usata anche per l’utente domestico.
Per tutte le altre imprese, ovvero quelle con più di 50 dipendenti o con più di 10 milioni di fatturato annuo, la data del passaggio è sempre il 1° gennaio 2023.
Il tempo per rifletterci è molto, ma non fatevi trovare impreparati: si tratta davvero di una bella opportunità di risparmio e di una piccola, grande rivoluzione per la nostra Italia.
Facciamoci trovare pronti!