Avellino

La telenovela dell'estate si è conclusa senza sorprese e con il lieto fine che, a dispetto dell'inatteso protrarsi dei negoziati per tutta l'estate, non è stato mai concretamente in discussione. Con il decisivo contributo del Genoa per sbloccare l'impasse tra l'Avellino e l'entourage del calciatore, Claudiu Micovschi è tornato a vestire il biancoverde. Ieri l'arrivo in città, la firma sul contratto pluriennale dopo la cessione a titolo gratuito, con percentuale sulla futura vendita al club ligure (come anticipato da Ottopagine.it lo scorso primo agosto), e il primo allenamento alla corte di Piero Braglia. Il rumeno è la chiave per passare al 4-3-3. Può fungere da trequartista, seconda punta o cursore di fascia nel 3-5-2, ma nelle intenzioni giocherà nel tridente posizionandosi a destra, a piede invertito, al pari di Kanoute sulla sinistra, ai lati della punta centrale (Plescia o Maniero). Una soluzione che permetterà agli esterni di attacco di rientrare sul proprio piede forte per mettere dentro cross tagliati e, soprattutto, calciare in modo da incrementare la pericolosità offensiva e incrementare, come ci si augura, l'incisività nello sviluppo degli assalti alla porta avversaria e, dunque, il bottino di gol. Il mercato non è finito qui. L'Avellino deve, però, liberare uno slot in rosa. Si continua a cercare una sistemazione a De Francesco e non sono da escludere le cessioni in prestito di Capone (che non rientrerebbe, comunque, nel conteggio essendo un 2003 in procinto di firmare il primo contratto da professionista) e Messina (piace a Potenza, Picerno e Fidelis Andria). Si cerca un altro attaccante con attitudine a giocare a 3 davanti o come seconda punta ricordando che finora è stato sfruttato un solo prestito. Fari puntati sulla Serie B, ma bocche, per il momento, cucite.