In maniera coerente rispetto a quanto annunciato all'alba della nuova stagione, subito dopo la sua conferma, Piero Braglia sta definendo la fisionomia tattica del suo Avellino per renderlo diverso rispetto alla scorsa stagione; meno prevedibile, più pericoloso e in grado di fare la partita. Un balzo in avanti doveroso per chi punta a vincere il campionato.
In attesa dei colpi finali di mercato, il tecnico è orientato a giocare, almeno in partenza, con una sola punta, che sarà affiancata da due esterni d'attacco o supportata da due o tre trequartisti: 3-4-3, 3-4-2-1 o addirittura 4-2-3-1 con conseguente possibilità che, col diminuire degli slot in mezzo al campo e sulle corsie laterali, si concretizzino cessioni eccellenti. Per incrementare il tasso di qualità dalla cintola in su, si continua a lavorare alla scambio, con conguaglio economico, Bernardotto – Curcio. Il club biancoverde conta di livellare verso il basso le pretese economiche del Foggia, per il cartellino, con l'approssimarsi dell'inizio del campionato e della fine della finestra estiva di trattative, facendo leva sul contratto in scadenza del gioiello dei satanelli.
Sondato il terreno con Di Gaudio, svincolato dopo l'estromissione del ChievoVerona dalla Serie B, che andrebbe ad aumentare la colonia di palermitani trapiantati in Irpinia, per ora composta da D'Angelo, Plescia, Luigi Silvestri e Rizzo. Il calciatore resta abbottonato sul suo futuro, ma piace e non poco al direttore Di Somma. Tra il dire e il fare c'è un ingaggio pari al valore e alla carriera di Di Gaudio, che sarebbe, però, estremamente funzionale ai sistemi di gioco in cantiere e con una classe e una rapidità tale da rappresentare un colpo da novanta a prescindere dai discorsi relativi agli schieramenti.