Ristoranti, palestre, luoghi chiusi frequentati soprattutto dai giovani: il Viminale dà il via libera ai controlli delle forze dell'ordine sui green pass. I prefetti di tutta Italia hanno riunito i comitati provinciali e pianificato gli interventi per verificare che all’interno dei locali venga rispettato l’obbligo di far accedere soltanto chi dimostra di essere vaccinato almeno con una dose, guarito negli ultimi sei mesi, o negativo al tampone effettuato nelle 48 ore precedenti.

Dopo le polemiche e i dubbi sull’applicazione del decreto, le proteste dei ristoratori e le tensioni interne al governo su chi deve effettuare le verifiche, si passa alla fase operativa. Poliziotti, carabinieri, finanzieri e polizia locale saranno impegnati a svolgere nelle prossime settimane i servizi nelle località di vacanza, ma anche nelle città, per accertare l’applicazione delle norme con un dispositivo simile a quello già sperimentato durante il lockdown.

È stato chiarito che i ristoratori e i titolari delle altre attività sono obbligati a chiedere il green pass ai clienti, ma non il documento di identità. Dovranno invece farlo «quando appaia manifesta l’incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella certificazione».

I casi già scoperti sono numerosi: ragazzi che usano il certificato dei genitori o di un amico più grande, addirittura donne che presentano il foglio verde intestato a uomini o viceversa. Nei luoghi molto affollati c’è chi riesce a farla franca, ma su questo la norma è chiara: in caso di verifica delle forze dell’ordine a pagare la sanzione è il cliente, ma anche il gestore del locale. Chi viene trovato senza green pass dove è obbligatorio rischia la multa da 400 a 1.000 euro. Per chi falsifica i dati (ad esempio la data di effettuazione del tampone, oppure quella del certificato di guarigione) può scattare la denuncia. Il gestore del locale che non controlla il possesso del green pass rischia la multa da 400 a 1.000 euro e in caso di violazione reiterata per tre volte in tre giorni diversi, «l’esercizio potrebbe essere chiuso da 1 a 10 giorni».

 

Controlli accurati sono stati pianificati in tutti i luoghi - in particolare nelle località di vacanza - dove è possibile si creino assembramenti e altissimo è il rischio che le persone entrino anche nei locali al chiuso senza certificazione.

Chi svolge attività sportiva nelle palestre e nei circoli deve fornire generalità e certificato medico al momento dell’iscrizione, quindi il controllo da parte dei gestori dovrà essere concentrato sul possesso della certificazione verde con particolare attenzione, per chi non è vaccinato, alla scadenza del tampone negativo.

I protocolli di sicurezza privilegiano la prenotazione dei posti online e quindi non è escluso che in questi casi il controllo delle forze dell’ordine possa essere fatto anche in momenti successivi allo spettacolo, verificando la corrispondenza tra biglietto e certificazione registrata all’ingresso.

Le sale giochi sono uno dei settori per cui c’è massima allerta anche perché si tratta di locali dove spesso non viene rispettato il distanziamento e dunque sono in cima alla lista dei luoghi da controllare con frequenza.