Sant'Agata de Goti

Il consiglio comunale di Sant'Agata de' Goti si presenta nella sua nuova composizione - prima surroga per questa consiliatura e nuova Giunta - nella sua nuova sede, che è quella storica della Sala delle Adunanze di Palazzo San Fracesco, approvando tutti i punti all'ordine del giorno. 

Questa, nei passaggi più importanti, la cronaca della seduta odierna del parlamentino santagatese convocato per le 16 e 30 dal suo presidente Nicoletta Vene.

L'avvicendamento in consiglio è quello tra Oreste Viola, nuovo assessore al Contenzioso della città di Sant'Agata de' Goti dimissionario dalla carica di consigliere, e Alfonso Maria Di Caprio che torna così un anno dopo a sedere tra gli scranni di Palazzo San Francesco.

La nuova sede del parlamentino santagatese è invece quella dell'aula consiliare di Palazzo San Francesco, indisponibile negli ultimi mesi a causa dei lavori di riqualificazione della sede municipale.

Per la seduta odierna erano tre i punti iscritti all'ordine del giorno. Oltre alle comunicazioni del sindaco ed alla surroga, il terzo punto riguardava l'approvazione del ripiano di disavanzo da riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi. Ripiano approvato assieme agli altri due punti iscritti all'ordine del giorno.

 

La relazione di Valentino sul ripiano del disavanzo

A relazionare sul ripiano del sisavanzo e sul lavoro svolto dagli uffici comunali santagatesi è stato il primo cittadino Carmine Valentino.

"Negli ultimi mesi, più volte in questo consesso, abbiamo avuto modo - ha ricordato il sindaco di Sant'Agata - di approfondire diversi aspetti della situazione finanziaria dell’Ente e del difficile percorso in atto per condurre il nostro comune ad un diverso e solido equilibrio patrimoniale, economico e finanziario.

In tali occasioni abbiamo anche avuto modo di evidenziare che il suddetto percorso in parte è imposto dalla nuova normativa sull’armonizzazione contabile in vigore dal primo gennaio del corrente anno, ed in altra parte è stato frutto di un’attenta e ragionata scelta dell’amministrazione per affrontare e superare la storica debolezza strutturale patrimoniale e finanziaria del comune".

"La parte di percorso che è stato oggetto di scelta dell’amministrazione - ha spiegato il primo cittadino - è ovviamente riferita all’adesione al piano pluriennale di riequilibrio finanziario deliberata da questo consiglio comunale il 7 giugno 2015, adesione che, ripeto, trova il suo fondamento nella consapevolezza che le misure richieste dal processo di armonizzazione contabile, ivi compreso il riaccertamento straordinario dei residui di cui parleremo a breve, non erano sufficienti a garantire all’ente quella 'serenità finanziaria' che noi intendiamo invece consegnare al futuro di questa città pur non avendola ereditata.   

C’è infati un rilevante problema di debiti fuori bilancio, problema che negli ultimi tempi ha assunto dimensioni molto preoccupanti per effetto di sentenze sugli espropri P.I.P. e di contenziosi in materia di lavori pubblici, ed è un problema che allo stato non può trovare soluzione né nell’ambito del riaccertamento straordinario dei residui, che ovviamente si riferisce ai soli valori iscritti in bilancio, né con gli ordinari strumenti di riconoscimento e copertura dei debiti fuori bilancio di cui agli artt. 193 e 194 del TUEL , D.Lgs. 267/2000".

"Oramai sappiamo tutti - ha dichiarato in aula Valentino - che dal primo gennaio 2015, la contabilità degli enti pubblici è regolata da nuovi principi contabili ritenuti dal legislatore più idonei a rappresentare le reali situazioni economiche e finanziarie degli stessi.

Il quadro normativo di queste importanti novità è contenuto nei D.Lgs. 118/2011 e 126/2014 che, tra le altre cose, hanno previsto che gli enti, dopo l’approvazione del consuntivo 2014 ed immediatamente dopo la seduta consiliare che vi provvedeva, doveva approvare con delibera di Giunta Comunale il riaccertamento straordinario dei residui riportati nel consuntivo 2014 con riferimento alla data del primo gennaio 2015.

Tale riaccertamento , di fatto, era finalizzato a verificare per ogni residuo attivo e passivo la 'conservabilità' nel bilancio alla luce del nuovo principio contabile della competenza finanziaria cosiddetta 'potenziata' introdotta da tale normativa.

Per ogni residuo attivo e passivo , dunque, come richiesto dalla normativa si è provveduto innanzitutto a verificare se fosse munito del cosiddetto 'titolo giuridico', così come individuato dai nuovi principi contabili per tipologia di entrate e di spese, al fine di stabilire se ne poteva essere conservata l’iscrizione in bilancio oppure, diversamente, se ne doveva provvedere alla definitiva cancellazione.

Successivamente per i residui muniti di tale requisito è stata valutata la cosiddetta 'esigibilità', provvedendosi conseguenzialmente a costituire il primo Fondo Pluriennale Vincolato per documentare nel bilancio lo sfasamento temporale tra incassi e pagamenti di residui attivi e passivi correlati tra di loro.

Questo voleva essere un esempio, si è poi ovviamente provveduto ad ogni altro adempimento contemplato dalla normativa in sede di riaccertamento straordinario, ivi compreso la determinazione del primo accantonamento al Fondo Pluriennale Crediti di Dubbia Esigibilità ed alla verifica del complessivo ammontare dei fondi vincolati, accantonati e destinati da sottoporre a vincolo di destinazione.

Insomma un lavoro complesso ed articolato che ha portato ai risultati sintetizzati negli allegati alla delibera di Giunta Comunale del 7 giugno 2015 con la quale si procedeva al riaccertamento.

Relativamente ai residui attivi definitivamente cancellati, ne sono stati cancellati 4.800.665,23 euro nella parte corrente del bilancio, Titolo I, II e III delle entrate, pari al 38,43 % dei residui attivi presenti al 31 dicembre 2014. 

Per la parte in conto capitale, invece, sono stati cancellati 8.735.971,23 euro di residui attivi, pari al 38,75% del totale dei residui presenti al 31 dicembre 2014.

Per i residui passivi, poi, la definitiva cancellazione ha riguardato l’11,93% dei residui delle spese correnti, per un totale cancellato di 521.105,22 euro, ed il 29,03% dei residui passivi in conto capitale, per un totale cancellato di 6.535.095,65 euro.

Altra fetta importante, poi, dei residui passivi che sono stati cancellati sulla base delle interpretazioni ministeriali e della magistratura contabile, riguarda i debiti per anticipazioni di liquidità conseguite nel 2013 e nel 2014 ex legge n. 35/2013, D.L. 102/2013 e D.L. 66/2014. Tali debiti, erano iscritti tra i residui passivi per poco meno di sei milioni di euro, ovvero per l’intero ammontare delle anticipazioni ottenute. Sulla base delle predette interpretazioni, invece, l’iscrizione al passivo non doveva  conservarsi per l’intero importo delle anticipazioni ma solo per la quota annuale da restituire. Questo ovviamente ha consentito, nel rispetto della normativa, la definitiva cancellazione di residui passivi per 5.700.617,76 euro che hanno contribuito a contenere l’impatto negativo della cancellazione dei residui attivi.

Queste poche considerazioni sui numeri, non per la pretesa di offrirvi un’analisi contabile del lavoro svolto, ma solo per farvi riflettere sulla portata e sull’impatto del lavoro svolto. Un lavoro che ha determinato la cancellazione dal bilancio del comune di 13.536.636,46 euro di residui attivi, ovvero la cancellazione di poco meno del 40% degli stessi.

Questi dati, riteniamo che documentino che questo comune ha accolto in pieno gli 'inviti' della magistrature contabile. Il riaccertamento straordinario dei residui ha portato alla determinazione del primo fondo pluriennale vincolato a 11.636.683,40 euro; l’accantonamento del primo fondo pluriennale per i crediti di dubbia esigibilità a 807.723,89 euro e una rideterminazione delle risorse vincolate di 2.733.845,26 euro.

Complessivamente, dunque, partendo da un avanzo di amministrazione 2014 di 101.433,34 euro, così come determinato nel conto di gestione di tale anno approvato a giugno 2015, il riaccertamento straordinario chiude con un complessivo disavanzo di 4.220.403,64 euro. La nostra proposta è di distribuire sull’arco temporale massimo consentito dalla vigente normativa, ovvero trenta esercizi a partire dal 2015, il ripiano del predetto disavanzo imputando a ciascun esercizio una quota annuale di 140.680,12 euro.

Relativamente alla copertura di tali quote annuali va evidenziato che in relazione al redigendo piano pluriennale di riequilibrio sono in corso di definzione importanti interventi di riorganizzazione dell’intera struttura organizzativa e funzionale dell’ente che dovranno determinare un rilevante incremento delle entrate proprie tributarie e patrimoniali nonché un significativo risparmio di spesa con rigorose politiche di spending review.

Anche alla luce dei predetti interventi, quindi, riteniamo, considerato peraltro che la norma prevede rigorose verifiche alla fine di ogni anno determinando, al contempo, anche le conseguenze di un mancato ripiano,  che per la copertura delle quote annuali di disavanzo possano essere individuate sia le entrate correnti genericamente intese, e i risparmi di spesa genericamente intesi sia i proventi da dismissioni immobiliari sulla base del redigendo Paino di alienazione del Patrimonio immobiliare disponibile".

Vincenzo De Rosa