La Sicilia è la regione più a rischio di diventare zona gialla. Di passare cioè per prima nella fascia che prevede alcune restrizioni (come la mascherina obbligatoria all’aperto) già da lunedì 16 agosto. Oltre ad aver abbondantemente superato uno dei tre parametri da cui dipende la classificazione, l’incidenza settimanale di positivi su 100 mila abitanti è molto vicina a centrare il secondo: il 15% di posti letto nei reparti ordinari occupati da pazienti Covid.

Subito alle sue spalle la Sardegna, che ha addirittura un’incidenza di 142 positivi per centomila abitanti e l’11% dei posti letto in terapia intensiva occupati, tuttavia ha un po' più di margine nelle altre corsie di ospedale, dove il tasso di occupazione è al 7%.

Questo è ciò che ha rivelato l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) che monitora i tre criteri per il passaggio da zona bianca a zona gialla: più di 50 nuovi contagi su centomila abitanti, calcolati su base settimanale, 10% dei letti in terapia intensiva e 15% dei letti nei reparti ordinari occupati da pazienti Covid. La progressione del contagio ha fatto saltare in tante regioni la soglia dell’incidenza: la media italiana è di quasi 69 positivi su centomila abitanti, ma il valore è sopra 100, oltre che in Sicilia e Sardegna, anche in Toscana, ed è sopra 50 in altre undici regioni. Al contagio sono inevitabilmente più esposte le mete turistiche. E i ricoveri salgono maggiormente in quelle regioni con la percentuale più bassa di vaccinati, come la Sicilia: la federazione che riunisce le aziende sanitarie ha comunicato che il 90% di chi finisce in rianimazione è rappresentato da non immunizzati, solo il 10% da vaccinati. Un’altra condizione di maggior rischio è l’insufficienza di posti letto al Sud: i ricoveri aumentano dell’1% in 7 regioni, ma i 441 finiti in ospedale per Covid nei reparti ordinari del Lazio occupano il 7% dei letti disponibili, mentre i 448 della Sicilia, il 14%.