Torre Annunziata

La mano tesa era quella di Lucio Zurlo. Per tutti “Il Maestro”. A Torre Annunziata, alla Boxe Vesuviana, non insegna solo la boxe ma anche l’arte di vivere. Di ragazzi ne ha aiutati tanti, poi un giorno è arrivata una “principessa” di nome Irma. “La chiamavo così quando la volevo fare arrabbiare” scherza Lucio Zurlo col cuore pieno di gioia perché la sua Irma ce l’ha fatta.

“E’ come una figlia” ha più volte raccontato. Una figlia aiutata nel momento della difficoltà, perché quella ragazza che ora tutta Italia ammira mentre porta i suoi colpi con eleganza e classe su un ring, e vince una medaglia alle Olimpiadi, era una “Tigre piena di rabbia che aggrediva tutti”.

Era piccola Irma quando è arrivata seguendo la sorella nella palestra di Lucio Zurlo. “Ero ribelle, irrequieta, ma il “Maestro” Zurlo mi ha fatto capire che potevo sfogarmi col pugilato. E’ così che è iniziata la mia avventura”. Irma e Lucio si guardano negli occhi come fanno padre e figlia. Si capiscono al volo. Hanno passato insieme tante giornate prima che a 15 anni Irma partisse per Assisi dove ha cominciato a costruire l’assalto al podio Olimpico. Il pugilato le ha dato tanto. Da “scugnizza” a “campionessa” il processo non è stato facile, ma le sue immense doti l’hanno aiutata. “Il mio percorso è stato bello, ho scoperto piano piano i miei lati nascosti. Ho capito col tempo che mi piaceva rispettare le regole, avere una disciplina, seguire una corretta alimentazione, andare a dormire presto la sera. Ho scoperto che si poteva vivere diversamente da come facevo”.

Quando scende dal ring e racconta la sua vita, lo sguardo cattivo sparisce. Irma diventa dolce, le sue pause fanno riflettere, riesce a comunicare entrando nel cuore delle persone. Lei è una semplice ragazza di un quartiere di Torre Annunziata che ce l’ha fatta. Ha superato le difficoltà. Ha scalato posizioni nel mondo dello sport. Ha conquistato quello che meritava e ora sogna in grande perché il bello deve ancora venire. “Questa medaglia è un punto di partenza, vedendo il gradino più alto del podio lì vicino viene ancora più voglia di conquistarlo”.

Parigi non è lontana. Tre anni passano velocemente quando la tua vita è scandita dalle regole e ti nutri dell’affetto della tua gente. Il “Maestro” Zurlo ha 83 anni e tanta voglia di vedere la sua Irma diventare la più forte. Un altro motivo per andare a Parigi e vincere la medaglia d’oro.