"Jacobs accusato di doping? Le considerazioni di alcuni vostri colleghi sono veramente fonte di grande dispiacere e anche imbarazzo sotto tutti i punti di vista. Dispiace che qualcuno dimostri di non saper accettare la sconfitta". Giovanni Malagò commenta così, ai microfoni di "Radio anch'io" su Rai Radio 1, le velate accuse di doping avanzate dalla stampa estera, in particolare anglosassone, verso Jacobs. "Oggi ha risposto bene Paolo Camossi, allenatore di Marcell - ha proseguito il presidente del Coni - Parliamo di atleti che vengono sottoposti quotidianamente ai controlli antidoping e quando fanno un record tutto si raddoppia. Il numero dei test è impressionante. Per questo la mia è una difesa a spada tratta di Marcell". Il numero uno del Coni è anche tornato sulle parole dette due giorni fa a proposito dello ius sportivo precisando che "ho solo fatto presente che una legge già c'è, ma nell'atto pratico non si realizza. Se a 18 anni e un giorno, come dice la norma, si diventa cittadino italiano, bisogna ricevere la cittadinanza. Il problema è invece che comincia una vera via crucis che conosco a memoria, con pratiche di uffici, prefetture, ministeri. Ho seguito molti casi in prima persona, so di cosa parlo".
E sull'andamento delle Olimpiadi per l'Italia, Malagò ha aggiunto che "ho sempre detto che avremmo fatto meglio di Rio e lo abbiamo fatto. Sugli ori ho sempre detto che avrebbero inciso tante variabili, ma abbiamo ancora diverse carte a disposizione e tutte le squadre ai quarti di finale: non solo pallavolo, basket e pallanuoto, ma anche il beach volley. E poi abbiamo le Farfalle e i quartetti della pista. Mi sembra tanta roba: era difficile immaginare che a cinque giorni dalla fine delle Olimpiadi avremmo avuto tutte le basi piene. E' la favola dello sport - ha proseguito il presidente del Coni - Da sempre sostengo che queste Olimpiadi sarebbero state straordinarie per importanza e complessità". (Italpress)