Contursi Terme

«Mi interessa capire il vicino, i luoghi, i paesi, le storie in cui vivo, e provo a farlo non stando a tavolino, ma partecipando, costruendo e nutrendo momenti che, dal basso, tentano di smuovere le coscienze e a lasciare un piccolo segno nei grandi temi che, dal centro, investono la periferia. Non lo faccio da solo, non ne sarei capace, ma con compagni di viaggio con cui condivido progetti, sogni e cammini. Il progetto più intenso e proficuo è quello di Bandiera Bianca». Così Simone Valitutto, dottorando in Antropologia all'Università di Messina che vive a Palomonte, un paese della provincia di Salerno che oltre ad essere legato con un nodo stretto alla Lucania, è anche ?irpino?. Palomonte, infatti, si trova nella Valle del Sele, in un'area di confine con la provincia di Avellino che «in un certo senso, è ancora terremotato, o meglio in una fase di ricostruzione difficile: quella della comunità che sembra ancora dispersa sotto le macerie dal novembre dell'80».

Simone fa parte di un piccolo presidio permanente di cultura (il circolo Arci Bandiera Bianca) in cui sei storie di vita diverse si sono incontrate e provano a portare la propria idea di bellezza in provincia. E' dal loro impegno che è nato il festival Intercettazioni, giunto quest'anno alla quarta edizione e che si svolgerà a Contursi Terme dal 31 luglio al 1 agosto.

Da dove nasce l'idea del festival Intercettazioni?
L'idea è quella di intercettare il bello che ci sfiora: progetti musicali, editoriali e artistici che per uno o due giorni si fermano in quella provincia che a molti non basta. Il festival Intercettazioni è nato nell'estate 2012 a Palomonte, la sera in cui ho conosciuto Angelo e Giuseppe (che con Valentina, Anna e Marco avevano già iniziato a mettere in piedi Bandiera Bianca). Dopo una giornata nel centro storico del paese e aver percorso il sentiero che lo unisce all'antica fontana, oramai abbandonata, siamo stati rapiti dal concerto di Canio Loguercio, il suo fare e disfare le passioni e i temi delle canzoni napoletane ha liberato il germe di un'idea: fare e disfare piazza San Vito di Contursi, renderla altro, farne il palcoscenico di una messa cantata dell'amore tragico.

 

Marina Brancato