Il dottore Paolo Cavalli, che lo ha sottoposto a perizia psichiatrica su incarico del Gip Vincenzo Landolfi, lo ha definito seminfermo di mente e socialmente pericoloso, mentre il pm Stefania Bianco, in linea con le conclusioni dello specialista, ha proposto che venga assegnato ad una Rems (Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza).
L'ultima parola sarà del giudice, che dovrà decidere la sorte di un 31enne – è difeso dall'avvocato Matteo De Longis -: vive in un centro della provincia di Avellino che ricade nella giurisdizione del Tribunale sannita, è indagato per maltrattamenti in famiglia. Attualmente è ospite di un albergo, a spese dei genitori, contro i quali si sarebbe scagliato.
E' una storia particolarmente complessa, che ha un antefatto ambientato in Emilia Romagna, dove il giovane abitava. E' qui che avrebbe cercato di togliersi la vita dopo una lite con un coinquilino, per questo era stato sottoposto ad un Tso, al termine del quale era tornato a casa.
Una convivenza a dir poco difficile, quella con il papà e la mamma, terminata con la loro denuncia ed un ricovero a Solofra, al quale era seguito il trasferimento in un hotel. Costi a carico dei malcapitati, dai quali lui, nel periodo in cui era rimasto con loro, avrebbe preteso, sotto l'effetto di alcol e stupefacenti, somme di denaro.
Guai a dirgli no: il rifiuto, sostengono gli inquirenti, ne avrebbe scatenato la reazione, fatta di offese pesantissime. Li avrebbe minacciati di farla finita o di pubblicare sui social notizie false sul loro conto. Nel mirino, in particolare, il papà, destinatario di messaggi, anche via whatsapp.
“Non ho paura del carcere, tu sconterai la pazzia che hai sfogato su di me, io appaio a sorpresa e ti taglio la gola, pazzo psicopatico”, gli avrebbe scritto e detto. E ancora: “Entro in villa e ti faccio male. Ti uccido con le mie mani, devi avere paura del male che mi hai fatto, ti ritornerà. La tua vita mi priva solo della mia eredità", avrebbe rincarato la dose, accusando il genitore di essere “gay”.
Una vicenda al centro di una inchiesta nel corso della quale il Pm ha chiesto ed ottenuto la fissazione di un incidente probatorio. Da qui la perizia e, ora, l'attesa, per la decisione.