Benevento

In quattro anni Benevento e il Sannio, dal punto di vista economico, hanno recitato il ruolo da protagonista, loro malgrado, in una vera e propria tragedia. Una tragedia fatta di aziende chiuse, saracinesche abbassate, licenziamenti, tanti e giovani sempre in fuga, valigia in mano e via verso l'estero o verso altre zone d'Italia per trovare lavoro, o addirittura per creare lavoro con idee vincenti e start up che qui non sarebbero mai partite. Il trend sembra invertirsi però: da un po' di tempo i report non sono più accompagnati da quella freccia a precipizio verso l'abisso che li aveva caratterizzati negli ultimi anni, e si iniziano a intravedere segnali positivi. Segnali positivi per l'occupazione che torna a crescere, segnali positivi perché sembra essersi almeno arginato il numero delle chiusure d'impresa e dei fallimenti, e, anche la fiducia dei giovani sembra tornare a crescere. Eh già, perché almeno in parte, stando ai dati di Unioncamere, quelle valige che finora sono state sempre aperte sembrano richiudersi, ritornare nel cellophane e negli armadi. Secondo le analisi, infatti, se nel I trimestre del 2014 le imprese giovanili, e le startup con capitani d'azienda under 35 erano 200, nel 2015 sono aumentate, fino ad arrivare a 207. E rappresentano il 33 per cento del totale delle imprese iscritte (anche qui c'è da segnalare un trend positivo, poiché si passa dalle 628 imprese iscritte nel 2014 alle 644 del primo trimestre del 2015. Quello di Benevento, assieme a quello di Napoli, è l'unico trend positivo riguardante le nuove start up giovanili: un miglioramento del 2,5 per cento, nelle altre province dunque, a parte il capoluogo, le start up giovanili invece diminuiscono. Un dato che è stato commentato da Pasquale Lampugnale, vicepresidente di Confindustria e presidente di Confindustria giovani, che analizza:  «Sono dati che non possono che farci piacere: come Confindustria sono quattro anni che poniamo forte attenzione sul tema, e questi dati positivi sono il frutto di misure che hanno favorito la crescita».

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Cristiano Vella