Santa Maria Capua Vetere

Dirpolpen, quale associazione di categoria, è nata per difendere le prerogative di dirigenti di un Corpo preparati e rispettosi delle leggi, dei diritti e della dignità di tutti indistintamente, siano essi persone libere o detenute, anche di coloro, presunti innocenti, su cui la magistratura indaga, che sono stati vilipesi nei loro dati sensibili dalla solita stampa sensazionalistica.

Dirpolpen non entra nel merito delle indagini, riponendo fiducia nelle autorità inquirenti, ed auspica che chi sa aiuti la magistratura nella ricostruzione dei fatti, così come si augura che i colleghi
coinvolti riescano a dimostrare la loro estraneità.

Di certo una riflessione si impone dirompente: il Dap ha fallito nella gestione di un Corpo di polizia! È un fallimento usare la forza per ristabilire gli equilibri inframurari, è un fallimento non avere gli strumenti per sedare rivolte o risse, è un fallimento non avere una catena di comando certa e definita per una azione lecita e trasparente, è un fallimento non avere un regolamento di servizio aggiornato che specifichi funzioni e incarichi per le figure dirigenziali del Corpo, invero neanche contemplate nel DPR 82/99, che in questa spiacevole vicenda sono chiamati a difendersi probabilmente per una mera posizione di garanzia.

L'alto numero di indagati e sottoposti a misure dei fatti di Santa Maria Capua Vetere, ferme restando le responsabilità penali personali per i fatti che saranno accertati, è la prova del sistema fallimentare di gestione del carcere. Dal marzo 2020 non è stata assunta alcuna iniziativa di gestione della sicurezza, nessun intervento di riorganizzazione del sistema per prevenire l’accadimento di analoghi fatti.

Adesso il fallimento di un intero sistema non si celi dietro la responsabilità penale personale degli
indagati. Qui c'è una responsabilità politica da fare valere! Chi forma la Polizia Penitenziaria e come? Chi sono i superiori gerarchici dei poliziotti penitenziari? Quali sono le regole di ingaggio in caso di eventi critici?

Dirpolpen denuncia da sempre una anomala strutturazione organizzativa, che vede un corpo acefalo
e dei civili a capo di poliziotti, unico caso in Italia, anomalia che sottrae garanzie e tutele tra il personale della carriera dei Funzionari di Polizia Penitenziaria, sindacato dirigenti del Corpo, poliziotti e a tutti gli utenti del sistema penitenziario. Dirpolpen lamenta da tempo la colpevole mancanza di formazione adeguata, l’inspiegabile persistenza di forme di reclutamento approssimative e l’assoluta assenza di protocolli operativi: la gestione degli eventi critici non può essere lasciata all’improvvisazione, peraltro condizionata dalla paura e dalla scarsa conoscenza.

Dirpolpen dice basta a questa vergogna che getta discredito su un intero corpo! Lo Stato risponda.  Un Corpo di polizia tenuto in piedi dentro una amministrazione civile al solo scopo di dotare i dirigenti civili di appannaggi economici non è degno di uno Stato di diritto!

La Minustra Cartabia nomini un vertice in uniforme e ponga il corpo alle dirette dipendenze del suo gabinetto.  Tutto questo sfacelo non deve passare invano e occorre tutelare gli uomini e le donne di un
Corpo che ieri, oggi e domani si sono trovati, si trovano e si troveranno a svolgere un mandato
delicato in un sistema altrettanto delicato.

Lo Stato deve decidere se la Polizia Penitenziaria serve come forza di polizia nelle carceri e in tal caso formarla adeguatamente. In caso contrario, si deve intervenire per far uscire il Corpo fuori dagli istituti di pena e farlo intervenire solo in caso di necessità, in modo professionale, efficiente e trasparente. Nel caso in cui poi si ritenga che un corpo di polizia non deve stare in carcere. Si deve avere il coraggio di sciogliere il Corpo di Polizia Penitenziaria e far transitare il personale in altre forze di polizia!

In conclusione, DirPolpen prende le distanze da ogni forma di violenza gratuita e allo stesso tempo non tollera che i colleghi coinvolti subiscano un becero sciacallaggio mediatico e che un intero Corpo sia messo sotto processo!

Al fine di sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica da domani questa associazione comincerà a fare un post bombing con lo slogan “No alla violenza nelle carceri. SI ad un Corpo di Polizia sano: la Polizia penitenziaria via dal Dap."