Salerno

Nulla creato a caso, una visione strategica di lungo periodo, una programmazione studiata nei minimi dettagli, dal concept alla costruzione finale. Il lungo, articolato excursus, che ha consentito di avviare il progetto di riqualificazione urbana dell’ex Marzotto, con le metologie innovative utilizzate, le tempistiche rapide, lo sfruttamento delle opportunità normative è diventato modello di studio esemplare ed è stato posto al centro di una speciale lezione  sul campo nell’ “aula” allestita presso il cantiere Porta del Mare a Salerno.

Sono stati trenta gli studenti del Master promosso dal Dipartimento di Ingegneria Civiledell’Università degli Studi di Salerno per formare tecnici esperti dei servizi essenziali per le costruzioni e quattro laureandi del corso di Ingegneria Strutturale Geotenica dell’Università Federico II di Napoli (accompagnati dal professor Massimo Ramondino)  che hanno preso parte alla conferenza all’interno del cantiere dove è in corso il progetto di rigenerazione urbana con la nascita di tre torri residenziali ed anche parcheggi, un’area commerciale ed un parco giochi. Ad accogliere gli studenti, accompagnati dal vice direttore del Master Gianluigi De Mare, l’ingegnere Aldo Rainone, della Rcm Costruzioni, l’impresa che con il gruppo Iniziative Immobiliari sta realizzando il progetto.

La lezione rientra nell’ambito di uno dei moduli del Master (quello di organizzazione e gestione aziendale curato dall’ingegnere Raffaele Tarateta)  che si compone di sei ambiti  differenti. Dopo un breve percorso nell’area del cantiere accompagnati dal progettista strutturale Umberto Di Cristinzi e dall’ingegnere Antonio Russo, è stato il direttore dei lavori Marco Di Stefano ad illustrare i punti salienti dell’iniziativa edilizia.

“La progettazione non è più quella di trent’anni fa - ha evidenziato l’ingegnere Di Stefano, sottolineando passaggio dopo passaggio le difficoltà di tutte la filiera del processo esecutivo, dalla programmazione finanziaria alla pianificazione ed esecuzione delle opere -. Questo è un successo ingegneristico al quale hanno collaborato 150 figure professionali che hanno lavorato a tutta l’operazione senza contare l’indotto e tutte le figure che concretamente costruiscono il progetto”.