Avellino

“Egregio Presidente, la nostra Organizzazione, forte del mandato dei suoi iscritti, ha sempre convintamente e con grande senso di responsabilità dato voce ai bisogni di lavoratrici e lavoratori che ogni giorno si rivolgono a noi e si affidano alla Cisl per vedere riconosciuti i propri diritti e concretizzate le loro legittime aspettative.

Tutto nella massima coerenza, trasparenza e rispetto dei ruoli di ognuno. Anche quando il nostro Sindacato, che in Campania – è appena il caso di rimarcarlo – rappresenta circa 360mila persone, decide di scendere in piazza, non lo fa di certo in maniera strumentale o perché “politicamente orientata”, ma solo per rivendicare la giusta attenzione verso tematiche che impattano sulla vita di lavoratori, pensionati e delle loro famiglie che vivono situazioni di difficoltà. E soltanto allorquando la via del dialogo e del confronto responsabile si infrange contro barricate difficili da scardinare”.   

E’ l’incipit della lettera che la Cisl Campania e la federazione del Pubblico impiego hanno inviato al Presidente De Luca che, nel consueto appuntamento del venerdì, si è soffermato anche sulla manifestazione che la Fp Cisl ha tenuto il 15 giugno per la stabilizzazione dei precari della Sanità, rispedendo la richiesta al Ministero del Lavoro in quanto a sua detta di “non competenza della Regione”.  

“A manifestare per il superamento del precariato in Sanità vi era la Cisl  della Campania – prosegue la lettera firmata da Doriana Buonavita e Lorenzo Medici, rispettivamente segretaria generale della Cisl Campania e segretario generale regionale della categoria - con il suo gruppo dirigente e le sue categorie, insieme alle lavoratrici e ai lavoratori iscritti, e della considerazione che ha sempre mostrato nei nostri confronti, cogliamo il Suo auspicio a che la nostra Organizzazione diventi presto in Campania un “mezzo Sindacato” nel senso di aver raggiunto la rappresentanza di almeno la metà delle persone sindacalizzate.

Al di là dei numeri, non possiamo sottrarci alla complicata sfida che ci vede impegnati insieme, istituzioni e parti sociali, ciascuno per la propria responsabilità, per provare a dare una risposta vera alla piaga del precariato che assume ogni giorno di più la connotazione di “sofferenza sociale”. Senza demandare ad altri la soluzione di problemi che possono trovare quanto meno un primo riscontro a livello regionale, attraverso una corretta presa in carico, la predisposizione di adeguate misure di politica attiva del lavoro, l’inserimento in percorsi di formazione, riqualificazione o riconversione professionale capaci realmente di generare nuova occupazione o la ricollocazione dei soggetti espulsi dal mercato in quanto pienamente rispondenti alla domanda proveniente dal tessuto produttivo locale. Ciò premesso, ci preme rimarcare come le nostre richieste in tema di Sanità, ribadite ancora una volta in occasione del presidio del 15 giugno, non si distanzino da quanto finora illustrato a tutti i tavoli di confronto, registrando anche la condivisione di CGIL e UIL. Tra le nostre istanze non rientra sicuramente quella della stabilizzazione di tutto il personale precario, ben consapevoli dei limiti indicati dalla legislazione vigente. Ben altra cosa è avviare alle procedure riservate di concorso tutti coloro che, sempre ai sensi di legge, ne hanno diritto; così come riconoscere, a coloro che non possono accedere alle quote di riserva, punteggi premianti che ne valorizzino la professionalità e le esperienze maturate in tanti anni al servizio del SSR e della collettività”. La lettera che espone le varie proposte che la Cisl ha presentato più volte con spirito costruttivo, senza avere risposta alcuna,  si chiude con la richiesta di un confronto di merito con il Presidente.