Mercogliano

A Torelli di Mercogliano, dove è in corso di svolgimento la kermesse Sportdays, insieme a Clemente Russo è arrivato anche un altro grande del pugilato campano: Vincenzo Mangiacapre. Come l’amico e concittadino anche lui non volerà a Tokyo per via di una sistema di qualificazione cambiato in corsa e che lascia spazio a tante polemiche.

I pugili non sono reduci da un momento facile come ha spiegato il campione di Marcianise. “Nel  periodo del covid ci siamo allenati a casa ed è stata molto dura. Mi fa rabbia non andare a Tokyo. Ho buttato quattro anni della mia vita inseguendo un sogno che è svanito all’improvviso. Dopo Rio, quando sono stato costretto ad abbandonare dopo una vittoria per la frattura dello zigomo, mi volevo rifare in Giappone ma mi è stata tolta questa possibilità”.

A tenerlo fuori un regolamento cervellotico e la cancellazione del torneo preolimpico mondiale. “Sono stato anche sfortunato, nel 2017 sono passato professionista perché volevo nuovi stimoli ma sapevo che, grazie alle nuove regole, potevo fare comunque partecipare alle Olimpiadi. Nel 2018 sono tornato in Nazionale per ottenere la terza qualificazione, ma dopo la pandemia hanno messo la regola che dava importanza al ranking mondiale dal 2017. Purtroppo io sono 70° e i miei sogni sono svaniti. Sono arrivato in Nazionale nel 2008 a 19 anni, guardando Clemente e gli altri sono cresciuto e ho provato ad emularli. Vedevo i loro sacrifici e seguendoli ho iniziato a vincere anche io. Ho conquistato subito una medaglia agli Europei, poi ai Mondiali e nel 2012 il bronzo Olimpico a Londra”. Per Mangiacapre parla il curriculum, perché la sua, anche senza la qualificazione per i Giochi di Tokyo, resta comunque una grande carriera.