Ha lasciato la clinica 'Villa dei pini', dove sarebbe dovuto restare per novanta giorni, e, così come aveva chiesto l'avvocato Alessio Lazazzera, è tornato a casa, sottoposto alla libertà vigilata per dodici mesi.
E' stata attenuata così dal gip del Tribunale di Benevento, Maria Di Carlo, dopo l'interrogatorio di garanzia di questa mattina, nel corso del quale ha affermato di non ricordare nulla perchè sotto l'effetto di farmaci, la misura che era stata disposta nei confronti di un 40enne di Montecalvo irpino, chiamato in causa da una inchiesta del sostituto procuratore Assunta Tillo sulle condotte persecutorie che avrebbe mantenuto nei confronti di una compaesana che, temendo per la sua incolumità e dei suoi familiari, sarebbe stata costretta a cambiare le proprie abitudini, a non uscire mai sola.
Lei, la malcapitata, è la vittima delle 'attenzioni' che lui le avrebbe riservato, transitando in continuazione dinanzi all'ingresso della sua abitazione, diventato il teatro di alcuni 'altarini' che l'uomo avrebbe innalzato. Secondo gli inquirenti, il 4 novembre del 2020 avrebbe posizionato una bottiglia di Crodino, un dispenser di liquido igienizzante con un cd appeso, legato ad una nastro di colore giallo, una bottiglia di latte in plastica da cui fuoriusciva un lembo di una busta nera, a sua volta contenuta in un'altra busta di pasta, una rosa di plastica infilata in una mela.
A distanza di qualche ora, raggiunta in ciabatte quella casa, avrebbe gridato frasi sconnesse ed offensive, andando avanti e dietro per un bel pezzo. In piena notte, poi, era toanto alla carica: ancora urla e una ulteriore 'creazione': un bastone di una scopa con all'estremità uno scacciamosche e un cartellino con la scritta “Fbi protezione testimoni”, una confezione di 'Orzo bimbo con sopra una befana. Infine, il 15 novembre, aveva sistemato il ramo di una pianta, fissandolo, insieme a un bastone, in un tombino della strada.