Il settore meccanico, che include tutte quelle attività che hanno a che fare con la progettazione, l'installazione, l'uso e la manutenzione di macchinari meccanici, rappresenta da sempre, per il nostro Paese, una risorsa fondamentale. Negli ultimi anni, grazie alle imprese, l'Italia è stata capace di raggiungere i vertici nella classifica mondiale, andando ad affiancarsi a Stati come Giappone e Germania. Improvvisamente, a porre un freno all'ascesa è stata la Pandemia da Covid-19. Si è assistito, di conseguenza, a un vero e proprio crollo del fatturato di una percentuale prossima al 10%. Tradotto in cifre, nell'anno 2020 sono stati persi 44,5 miliardi di euro. Fortunatamente le prospettive per il futuro, anche in virtù dell'imponente contributo offerto dalle vaccinazioni, sembrano essere positive. A prospettarlo, in primis, sono le ultime stime Istat.

Il lockdown e la difficile ripresa

L'economia italiana, nei precedenti decenni, è riuscita a crescere anche in settori di nicchia; tra gli altri si ricordano:

- produzione di macchinari destinati all'industria tessile e alimentare
- industrie della plastica
- produttori di ceramiche

Come ha potuto il Covid-19 dar luogo a conseguenze così negative? Il calo è legato soprattutto al primo lockdown, che ha portato a un blocco generale della produzione nella prima metà del 2020. Deve essere anche ricordato come la cancellazione delle fiere di settore ha visto aziende e clienti allontanarsi. E la ripresa "a singhiozzo", per ovvi motivi, non è stata ancora in grado di ristabilire la situazione precedente. A minacciare il rimbalzo, nei mesi successivi al crollo, è stata anche la carenza di componenti. Non sono pochi i direttori degli acquisti a lamentare sia blocchi di fornitura in particolari comparti, che scarsità di materiali e problemi logistici. Proprio questi fattori si sono tradotti in un aumento dei prezzi d'acquisto. La situazione d'emergenza ha coinvolto diversi settori: non solo macchinari industriali, ma anche il settore costruzioni e il comparto arredi e complementi.

Le opportunità del Web e le difficoltà di approvvigionamento degli ultimi mesi

Alcune realtà hanno cercato di adattarsi per quanto possibile alla situazione, sfruttando le potenzialità offerte dal digitale. Il Web, se ben sfruttato, ha le capacità per consentire alle aziende di farsi conoscere anche all'estero. Quanto appena scritto ha valore anche prendendo in considerazione le aziende attive nell'approvvigionamento industriale. A cosa è dovuta la mancata disponibilità? Innanzitutto all'abitudine diffusa delle aziende operanti nell'Europa Occidentale di acquistare dai Paesi dell'Est. Ma anche la rapida crescita dei costi di noleggio dei container, e le mutate richieste da parte del mercato, hanno rivestito un ruolo importante. Per quanto riguarda l'ultimo punto, è stata l'emergenza sanitaria a modificare le abitudini d'acquisto. Se fino alla comparsa del Coronavirus, i primi posti erano occupati da abbigliamento, viaggi e ristorazione, il loro posto è stato preso dalle spese per la casa. In molti casi le nuove richieste hanno trovato impreparate le imprese.

2021: la maggiore fiducia un segnale positivo per l'economia

Nonostante un inizio 2021 meno brillante di quanto prospettato, Confindustria si è dichiarata positiva in merito alla produzione industriale dei prossimi mesi. D'altro canto il primo trimestre ha evidenziato un (pur timido) aumento dello 0,9%. La leggera battuta d'arresto ad inizio primavera (-0,1% a marzo) è stata seguita da una crescita nei due mesi successivi rispettivamente dello 0,3% e 0,4%. Cosa ancora più importante è il maggiore ottimismo mostrato dagli imprenditori, con un indice di fiducia che ha toccato a maggio livelli mai più raggiunti da fine 2017. L'allentamento delle restrizioni, e il generale miglioramento della crisi sanitaria, come confermato dal calo della curva dei contagi, sembra stia finalmente dando risultati. Le persone sono più libere di muoversi, e le limitazioni alle attività favoriranno la produzione. Per i mesi estivi è attesa una crescita ancora più marcata, preannunciata da una maggiore domanda, sia interna che proveniente dall'estero.

È impossibile negarlo: la Pandemia da Covid 2019 è riuscita a danneggiare l'economia ben più di quanto atteso. Nei primi momenti, probabilmente, la situazione è stata sottovalutata, e l'aver cercato una soluzione in ritardo ha portato la crisi a perpetrarsi a lungo. Oggi il vento sembra finalmente cambiato, e i segnali di ripresa non appaiono più come mere speranze, ma come una concreta realtà. L'industria è pronta finalmente a ripartire.