In collegamento zoom da Salorno, in provincia di Bolzano, Piero Braglia ha presentato l'andata della semifinale playoff di Serie C tra Padova e Avellino, in programma domenica prossima, alle 20,45, allo stadio “Euganeo”. Inevitabile partire, però, dalla squalifica per espressioni blasfeme di Forte e Adamo, notificata in maniera inattesa dal comunicato del giudice sportivo: “Questo accade quando si dà troppa importanza a delle persone che col calcio han poco a che fare. La Procura prima si limitava a controllare che non ci fossero incidenti all’arrivo del pullman, negli spogliatoi. Che ci sono i preti in campo non mi piace, così come che c’è chi bestemmia e viene multato e chi viene squalificato. Vorrei capire qual è il metro di giudizio. Dispiace, però, può capitare. Nel caso si dicono dieci ave Maria, pazienza. Il brutto è che chi viene per la Procura è del posto. Sembra quasi ti vogliano punire. Resta l'alone del dubbio. Adamo ci sta, ma Forte a volte nemmeno soffia, figuriamoci bestemmiare… Queste squalifiche fungono da ulteriore stimolo? La squadra non ha bisogno di stimoli, ne ha in abbondanza. Girano le scatole. Queste situazioni non c’entrano nulla col calcio. Non siamo in una parrocchia, ma in un campo di calcio, non sarà corretto ma può succedere: se ti incavoli ti incavoli, non stai lì a pensare a cosa devi dire. A me viene da ridere, ma meglio ridere che piangere. La Procura non deve essere locale, ripeto”.
Partite ogni tre, quattro giorni. Da valutare la condizione dei singoli: “Dobbiamo vedere chi recuperiamo, come stiamo. Ovviamente non dirò mai chi non è al top. Ogni partita presenta una storia diversa, un atteggiamento diverso. È chiaro che l’esperienza vuol dire vecchiaia, io e Mandorlini siamo abbastanza vecchi tutti e due. Mi aspetto di vedere un Avellino tosto e motivato. C’è preoccupazione per qualcuno che ha qualche problema”.
Fattori fisici, ma anche psicologici in ballo in un clima di costante pressione: “Non credo di essere uno specialista dei playoff, faccio l’allenatore, a volte bene, a volte male. Si tratta di capire i momenti. Siamo stati sempre in trincea per vari motivi, se chiediamo cose impossibili ci facciamo del male. Ci bastano due ore per capirci, non dobbiamo stare sempre addosso ai ragazzi, vanno anche lasciati liberi. La partita la prepariamo il giorno prima, devono tirar fuori quello che han sempre dato”.
Ecco il Padova, da tutti indicata come la favorita numero uno per la promozione in Serie B: “Sappiamo che sono costruiti per vincere, basta vedere le alternative che hanno in panchina, ma in due partite ti giochi un campionato, bisogna vedere come ci arrivano loro e come ci arriviamo noi. Hanno giocatori in grado di fare la differenza, come Chiricò, ma noi in campo ci andiamo con la nostra voglia e le nostre motivazioni, al di là delle difficoltà del momento. Giochiamo di sera, abbiamo avuto un po’ più di tempo per recuperare. Non dovremo subire troppo perché hanno la qualità per farci male. A livello individuale, di qualità e profondità dell'organico ci sono superiori. Se non mettiamo in campo la giusta intensità siamo condannati a perdere”.
Il Padova corazzata, ma reduce dal clamoroso 1-3 casalingo con il Renate con annessa eliminazione sfiorata: “Hanno deciso, in virtù del risultato dell’andata, di cambiare 6 giocatori, anche perché la qualità della rosa glielo permette. Preso il primo gol è cambiato un po’ l’atteggiamento, è subentrato un po’ di timore. Hanno preso tre gol, ma ne potevano prendere di più, il Renate ha colpito anche due pali. Sicuramente è stata una questione di atteggiamento, però sono scelte”.
Andata in Veneto, ritorno in Irpinia: “Potrebbe fare la differenza se ci fossero i tifosi si, ma si parla di 1000 persone. E poi di solito entrano sponsor, mentre i tifosi che fanno casino, come quelli che c'erano a Bolzano, che ci servono, che ci vogliono bene, stanno fuori. Questo è un'altra stortura”.
In caso di parità di risultati e differenza reti, tra andata e ritorno, supplementari ed eventuali calci di rigore: “Speriamo di non arrivarci. Di solito a fine allenamento comunque ci mettiamo lì a provare i rigori e cureremo, ancor di più, anche questo aspetto”.
E a proposito di cura dei dettagli: “Abbiamo avuto qualche buona occasione in fase di ripartenza, l’abbiamo sciupata. Bernardotto? Più che spiegargli cosa fare in situazioni del genere e che deve allenarsi sulla gestione di circostanze simili non posso. Sta a lui. Il possesso? La partita precedente abbiamo avuto un buon palleggio, ma avendo un uomo in meno. Il Südtirol ha giocato a trazione offensiva”.
Maniero, Luigi Silvestri e Pane: “Maniero è stanco da una vita (ride, ndr). Sta facendo dei playoff bellissimi sotto l’aspetto dell’impegno. Sa gestirsi, mi dice lui quando è il momento di tirarlo fuori. Luigi Silvestri? Dipende da lui, da come si allena. Negli spazi brevi al momento non riesce ad essere reattivo come al solito, quindi è inutile mandarlo in campo rischiando di fargli fare la figura del bischero. Come sta Pane? È un portiere forte, ha sempre dato ottime garanzie, tranne per lo svarione casalingo con la Turris, in campionato, che ci è costato il pareggio. Non si farà sconvolgere la vita dal dover giocare questa partita. A Catanzaro seppe di dover giocare a 30 secondi dal fischio d'inizio e giocò una grandissima partita...”.