Grottaminarda

Domani, 2 giugno, ad Avellino, presso Palazzo di Governo, nel corso di un momento celebrativo dedicato ai 75° anniversario della Repubblica,  la consegna dei diplomi dell'ordine al merito della repubblica italiana da parte del prefetto Paola Spena.

Il sindaco e l'amministrazione comunale di Grottaminarda, a nome dell'intera Comunità, esprimono orgoglio per l'onorificenza giunta al concittadino e si congratulano con il medico esemplare Sergio Gioia per l'instancabile e preziosa attività svolta in corsia, insieme a tanti altri medici, altrettanto meritevoli, nel periodo più difficile della pandemia, rinunciando all'esonero dovuto a problemi di salute, pur di dare il proprio contributo nell'assistenza e nelle cure dei pazienti affetti da Covid-19 ricoverati nell'Unità Operativa di Medicina Interna del Moscati.

Sergio Gioia è un medico che, come molti altri colleghi del Moscati, nel corso del primo periodo della pandemia, ha trascorso giornate interminabili in corsia dove ha visitato quotidianamente pazienti affetti dal Covid, scontrandosi con una realtà drammatica che non consentiva di applicare altri protocolli terapeutici se non quelli basati sulle conoscenze acquisite in circa quarant'anni di esperienza. 

In assenza di linee guida e parzialmente sprovvisto di dispositivi di protezione individuale, Gioia, unitamente al direttore dell’unità operativa di medicina Interna dell’azienda ospedaliera San Giuseppe Moscati, Maria Amitrano e a tutti gli altri colleghi, ha condiviso l'angoscia e la consapevolezza di fronteggiare un nemico subdolo ed insidioso.

Oggi, a distanza di più di un anno, Gioia racconta la sua esperienza: 

«Quando, in reparto, noi medici prendemmo coscienza della gravità della situazione pandemica, eravamo fortemente preoccupati, umanamente spaventati. All’epoca ero dirigente medico di I° Livello, con alta specializzazione, ma ero stato esonerato da circa due anni dal reparto per patologie importanti che mi avevano riguardato. Svolgevo la sola attività ambulatoriale come specialista endocrinologo.
Ai principi di marzo del 2020, però, dopo aver trascorso i primi giorni in reparto, resomi conto che occorreva assolutamente potenziare l’organico per fronteggiare la grave emergenza sanitaria, rientrando dal servizio, comunicai a mia moglie la decisione di rinunciare all'esonero e di rimanere al fianco dei miei colleghi, in corsia.

Noi,  medici della medicina interna, - prosegue Gioia - siamo stati una squadra. Nonostante i turni di servizio, siamo rimasti affiancati rinunciando spesso allo “smonto” per non lasciare il collega di turno a fronteggiare da solo le gravi criticità. Abbiamo mantenuto il contatto fisico con i pazienti, vincendo ogni umana paura in quanto era fondamentale visitarli, monitorarli e soprattutto incoraggiarli.

Il mio pensiero commosso va a due illustri colleghi caduti sul fronte della battaglia al Coronavirus: al dottor Giuseppe Spinazzola, stimato e amato cardiologo, a cui ho avuto l’onore di tenere la mano il giorno prima dell’intubazione, raccogliendo il suo affettuoso saluto; al dottor Mario Magliocca, amico e collega che, con grande umanità, professionalità e senso del dovere, ha lavorato fino alla fine nel reparto Covid del Moscati.
Da semplice soldato volontario, nonostante il formale esonero, ho scelto di stare in trincea, onorando la mia professione e la mia vocazione di medico.

Voglio dedicare questa onorificenza a tutte le vittime del Covid e alle loro famiglie ma intendo condividerla con tutto lo staff dell’unità operativa di medicina Interna  del Moscati, egregiamente, rappresentato e coordinato dalla dottoressa Maria Amitrano».