Avellino

Playoff no stop. Nemmeno il tempo di eliminare il Palermo, che per l'Avellino è già l'antivigilia dell'andata dei quarti di finale degli spareggi promozione. La doppia sfida inedita con il Südtirol, valida per il secondo turno della fase nazionale, è alle porte e Piero Braglia tiene alta l'attenzione: “A mio parere sono la squadra più forte che potessimo prendere. Non inganni il nome o il blasone. I nostri prossimi avversari stanno bene insieme, hanno un grande spirito di squadra, tanti di loro giocano insieme da anni, sono organizzati, pericolosissimi quando ripartono. Non siamo stati fortunati nel sorteggio. Il Südtirol è una grande squadra. Non si arriva quattro volte alle fasi finali dei playoff se non si ha alle spalle una struttura forte, dentro e fuori dal campo. Non penso abbiano un peso leggero sulle spalle, sono anni che vogliono salire di categoria ed erano primi a tre giornate dalla fine del campionato. Hanno, come noi, calciatori forti”.

La dura legge della bagarre per la Serie B. In campo ogni tre giorni: “Ieri abbiamo lasciato tranquilli i ragazzi, l’allenamento era facoltativo. Vediamo oggi come stanno e in base a ciò organizzeremo la seduta odierna. Non possiamo preparare chissà cosa. Per fortuna ci siamo potuti preparare prima dei playoff, visto che adesso ci tocca viaggiare ogni tre giorni. Qualche cambio domenica? Dipenderà da come troverò oggi i ragazzi, devo vedere come stanno. Alcuni stavano bene dopo la partita col Palermo, altri erano affaticati, ma bisogna aspettare. Maniero? Lui è sempre stanco, è nato stanco (ride, ndr). I 6 in diffida (Aloi, Carriero, Ciancio, Dossena, Fella e Laezza)? Non mi interessano. Se vedo che uno non entra perché è ammonito lo tolgo subito. Certo non dobbiamo fare falli stupidi, ma se serve l'ammonizione va anche presa come ha fatto Aloi mercoledì scorso, fermando una ripartenza”.

Domenica si giocherà in casa senza pubblico, al Drusio via libera per mille tifosi: “In Serie D c’è accesso libero e in Serie C no. Domenica no, mercoledì sì. Preferisco non aggiungere altro, trovo tutto così paradossale”.

Sudore e concentrazione: “La partita la prepareremo in base alle nostre caratteristiche, ma va con assoluta attenzione ai dettagli. Sarà una gara difficile per noi, ma lo sarà anche per loro. Hanno calciatori forti, come Casiraghi, Fishnaller, che ho avuto ad Alessandria, tra gli altri. Hanno ragazzi veloci, tecnicamente dotati. Giocare così frequentemente aiuta a entrare in ritmo, ma c'è anche l'altra faccia della medaglia. Soprattutto giocando alle 17,30 per esigenze televisive, come tutte le altre squadre, cambia qualcosa. Prima si giocava alle otto e mezza, fa più caldo e si recupera meno”.

La sfida nella sfida in panchina tra un mister esperto e un tecnico emergente: “Vecchi ha fatto bene dovunque è andato. È in ascesa, lo seguono tante squadre di Serie B, ma, in reltà, ha sempre lavorato bene fin da quando era nelle giovanili dell’Inter”.

Le condizioni dei singoli: “Errico? Dipende ancora una volta tutto da lui. Deve continuare a lavorare come i compagni, è un periodo che sta bene, ma deve capire che deve dimostrarci quel qualcosa in più per essere impiegato; cosa può darci di più e per quanti minuti: 20, 30 o 60. Va poi capito dove collocarlo in una squadra che gioca in una certa maniera. E noi non ci possiamo permettere di sbagliare nulla. Se domenica non avessimo segnato sarebbe entrato perché salta l’uomo. Tutti gli vogliamo bene, ma anche lui deve farci vedere quello che ci può dare, il diritto divino qui non ce l’ha nessuno. Dossena? Dopo che lo vidi al primo allenamento dissi “mamma mia”. Invece, mi sono ricreduto. Come braccetto faceva fatica, ma quando è protetto ai lati fa bene. Devo riconoscere a Di Somma di avermi suggerito di impiegarlo centrale. Da lì è cambiato tutto. Merito del direttore. Anche Miceli, che rientra dalla squalifica, sta bene. Ha passato un periodo non bellissimo, ma ora sta alla grande. Prima rideva meno, si sta comportando alla grande anche in gruppo. Se ci fosse il bisogno non avrei dubbi a schierarlo, ma ora Dossena sta facendo bene e sta meritando la maglia da titolare. Laezza ha fatto un grande lavoro, ha recuperato alla grande dal suo problema grazie alla sua tenacia e al lavoro di Vito Barberio. E poi gioca, oltre che con le sue doti, col cuore. Sa quello che ha passato, credo sia la quarta rottura del legamento crociato da cui rientra: se non hai forza dentro non torni a certi livelli. Tanto di cappello a lui. Luigi Silvestri? Ha ancora qualche fastidio, ma domenica, se ci fosse stato bisogno, avrebbe potuto fare 5, 10 minuti. Se lo butti dentro lo trovi, è un altro Laezza per come è come persona e per atteggiamento verso gli altri. È matto come un cavallo, ma, in tal senso, si sta bene insieme io e lui...”.