Avellino

"Un campo nuovo di macerie su quelle vecchie, questo è oggi lo stato della Dogana. La responsabilità più evidente, a due anni ormai dal finanziamento, è stata nella scelta arrogante del Sindaco, che ha inteso la questione come un fatto privato ed è stato incapace di aprire un qualunque dialogo con la citta, con il risultato di due clamorosi fallimenti, prima con Venezia, ora con Fuksas" Così Franco Festa del Comitato per la salvezza della Dogana che interviene a margine del dibattito che si è scatenato nelle ultime ore dopo la notizia di una rinuncia da parte dell noto achitetto di fama internazionale Massimiliano Fuksas alla ristrutturazione della Dogana. 

"Gli hanno fatto compagnia le ipocrisie diffuse nell'atteggiamento dell'ordine degli architetti - continua Festa -  con motivazioni in apparenza corrette, ma dissonanti rispetto a un comportamento insensibile per anni alle questioni della Dogana e più attento invece a progettare una città spesso brutta e invivibile. Nè possono ritenersi innocenti i consiglieri comunali di maggioranza, che si sono limitati a un coro servile di approvazioni, o quelli di opposizione, con le loro dichiarazioni contrarie a cui non sono seguite proposte concrete e unitarie e che perciò hanno lasciato il tempo che trovavano. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. A pochi mesi dalla scadenza dei tempi, siamo ancora all'anno zero. C'è una sola via di uscita, semplice e immediata. Ritornare al progetto di massima, che ha ottenuto il finanziamento e che è stato ampiamente discusso e approvato. Ripartire da lì per passare rapidamente alla progettazione esecutiva e concludere tutto nell'arco di un anno. Il rigoroso restauro conservativo del monumento e la ricostruzione di un semplice e decoroso corpo retrostante, con funzioni pubbliche di varia natura, ma tutte aperte al centro storico: questi sono i due risultati che si possono ancora ottenere e che saranno da oggi al centro del nostro impegno. Per farlo occorre però subito uscire dal clima meschino che finora ha trionfato, guardare tutti insieme al recupero del monumento con autentico spirito civico, mossi unicamente dall'interesse pubblico, stella polare troppo spesso sconosciuta alla città" conclude Franco Festa