Benevento

L'ultima parola spetta al gip Maria Di Carlo, dinanzi al quale le parti hanno sostenuto le loro ragioni: la Procura, supportata dalle difese, ha insistito per l'archiviazione, contro la quale si è invece nuovamente espressa la persona che ritiene di essere stata diffamata.

E' Nicola Formichella, dipendente del Consorzio agrario di Benevento con mansioni di capo contabile, la cui querela ha innescato l'avvio di una indagine a carico del parlamentare dei Cinque Stelle Pasquale Maglione e dei direttori di quattro organi di stampa. Questa mattina la camera di consiglio, ora l'attesa per la decisione della dottoressa Di Carlo sul destino dell'inchiesta, centrata sul contenuto di una nota che nel dicembre del 2019 Maglione aveva inviato ad una serie di testate locali, che l'avevano pubblicato.

Un comunicato nel quale il deputato, dopo aver condiviso la preoccupazione manifestata dal presidente della Coldiretti Gennarino Masiello sulla situazione della Cantina, aveva attribuito a Formichella il potere per permettere il regolare funzionamento della struttura, sostenendo che “negare le dovute firme per lo svolgimento dei lavori significhi arrecare un danno economico alla struttura e all'intero consorzio”.

Formichella era stato dunque indicato come il presunto autore di “condotte omissive”: un addebito che l'interessato, assistito dall'avvocato Sergio Rando, aveva respinto, facendo notare nella denuncia depositata dopo pochi giorni che il commissario liquidatore del Consorzio gli aveva affidato nel 2017 la responsabilità dello stabilimento enologico, ma che si trattava “non di una delega di firma riguardante atti a valenza esterna, ma di una nomina a fini meramente interni riguardanti l'organizzazione del lavoro, la gestione del personale e dei collaboratori aziendali”.

Per i cinque indagati gli avvocati Raimondo Salvione, Nunzio Gagliotti, Mario Tomasiello e Marco Angelone.