Benevento

Prima che il gup Gelsomina Palmieri lo spedisse a giudizio per resistenza, lesioni e oltraggio a pubblico ufficiale, ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee attraverso le quali ha ribadito le sue convinzioni, puntando ancora il dito contro un carabiniere.

E' lui la causa della separazione da mia moglie, ha sostenuto un 56enne della provincia di Benevento, dipendente comunale, indicando il militare – parte civile con l'avvocato Antonio Leone – come presunto responsabile della fine del rapporto coniugale.

Parole che non gli hanno evitato il processo: partirà il 18 gennaio del prossimo anno e sarà centrato su un episodio che risale al dicembre del 2019, quando l'uomo, difeso dall'avvocato Salvatore Faiello, era stato arrestato: era finito ai domiciliari, poi era tornato in libertà. A suo carico i comportamenti che avrebbe mantenuto quando era stato fermato al volante di un'auto per essere sottoposto all'alcoltest: un esame praticato successivamente, che aveva dato esito negativo.

Lui, per tutta risposta, sarebbe sceso dalla macchina e si sarebbe scagliato contro il carabiniere, con il quale c'era già della ruggine: l'avrebbe preso per il collo e l'avrebbe scaraventato sul cofano, provocandogli delle lesioni giudicate guaribili in sette giorni. Una situazione interrotta dall'intervento di un collega della vittima, cui era seguito l'arresto.

Comparso dinanzi al giudice per la convalida, l'indagato aveva affermato di aver scoperto qualche mese prima il presunto legame tra la moglie ed il militare, e che quella sera, avendolo visto, aveva abbassato il finestrino e gli avrebbe chiesto se lui volesse denunciarlo per qualcosa. Aveva inoltre escluso di averlo aggredito, spiegando di essere stato spinto e di aver cercato di non cadere appoggiandosi con le mani al torace del suo interlocutore.

Questa mattina l'udienza preliminare ed il rinvio a giudizio, così come chiesto dal sostituto procuratore Maria Colucci.