Dapprima l’annuncio con la minaccia dell’imminente attacco, dopo un’ora il lancio sul tetto dell’edificio di un “roof knocking”, un razzo di avvertimento, infine la distruzione del palazzo. Le immagini delle tv hanno potuto raccontare in diretta l’abbattimento della torre Al Jala di Gaza, il palazzo dei media che fino a pomeriggio ospitava gli uffici di corrispondenza di Al Jazeera, della Associated Press, e di alcuni giornali dell’area e di media internazionali. Le forze militari israeliane hanno in questo modo bombardato l’edificio consentendo la sua evacuazione prima che il grattacielo si sbriciolasse a favore delle telecamere. In una dichiarazione successiva, le forze militari hanno giustificato l’attacco in quanto la torre di Al Jala “nascondeva risorse militari utilizzate dall’intelligence di Hamas”. L’escalation bellica nella Striscia segna oggi uno dei momenti di massima tensione tra le parti. In risposta alla distruzione della torre, il portavoce dell’ala militare di Hamas Abu Obeida, ha minacciato una risposta nei confronti del cuore di Israele: “I residenti di Tel Aviv e dell’area centrale del Paese devono attendersi la nostra reazione”.

Intanto Gary Pruitt, presidente e amministratore delegato dell’Associated Press, ha commentato l’abbattimento della torre, dicendosi “scioccato e inorridito dalla distruzione dell’edificio”. “Israele – prosegue – conosceva da tempo l’ubicazione del nostro ufficio e sapeva che c’erano dei giornalisti. Abbiamo ricevuto un avvertimento che l’edificio sarebbe stato colpito. Stiamo cercando informazioni dal governo israeliano e siamo impegnati con il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti per cercare di saperne di più”. Pruitt ha affermato che l’agenzia è riuscita a far evacuare in tempo tutto il personale. “Abbiamo evitato per un pelo una terribile perdita di vite umane. Ora il mondo saprà meno di ciò che sta accadendo a Gaza a causa di ciò che è accaduto oggi”. L’attacco è avvenuto in risposta ad un fitto lancio di razzi dalla Striscia di Gaza verso Israele. A Ramat Gan, nella parte centrale del Paese, un uomo di 50 anni è morto a causa delle schegge provocate dalla caduta di un razzo vicino la sua abitazione. Lancio – hanno spiegato i vertici di Hamas – in risposta all’attacco delle forze istraliane nel campo profughi di Shati nell’enclave palestinese. Secondo la stessa fonte, 10 membri di una famiglia sarebbero stati uccisi nell’attacco, la maggior parte dei quali bambini.

Il Ministero della Salute palestinese, nel rendere noto il bilancio dei morti a Gaza ha indicato in 139 le persone che ad oggi hanno perso la vita, tra questi diversi bambini, mentre sarebbero più di 1000 i feriti. Intanto Tel Aviv accusa Hamas di alimentare lo scontro. “Hamas prende di mira i civili, lanciando fino ad ora oltre 2300 razzi contro le città israeliane. Allo stesso tempo, si nasconde dietro i civili palestinesi e li usa come scudi umani. Questo è un doppio crimine di guerra” ha twittato Ofir Gendelman, portavoce per i media arabi dell’ufficio del Primo Ministro israeliano.
(ITALPRESS).