Avellino

Calma e sangue freddo. Nel Consiglio Direttivo di Lega Pro, tenutosi lo scorso lunedì, sono stati approntati due piani alternativi per la regolare conclusione di playoff e playout dopo il caso Virtus Verona. Il focolaio Covid scoppiato nel “gruppo squadra” scaligero ha reso necessaria la riformulazione del calendario dei playoff e spinto i dirigenti della Terza Serie Nazionale a giocare d'anticipo nel malaugurato caso in cui si dovessero verificare altre situazioni del genere in altri club.

Innanzitutto, aver iniziato immediatamente la post-season garantisce margine di tempo sufficiente a una seconda riformulazione del calendario, nella peggiore delle ipotesi, ovvero quella di un nuovo blocco per cause di forza maggiore.

C'è poi un'altra carta, che nessuno si augura di dover giocare, ovvero ricorrere alla modifica della formula. Le gare di andata e ritorno, in programma dal primo turno della fase nazionale, in cui entrerà in scena, tra le altre, l'Avellino, potrebbero essere ridotte a una sfida secca con passaggio del turno, in caso di parità, per la squadra che giocherà in casa in quanto miglior classificata, così come accade nel primo e secondo turno a eliminazione diretta della fase del girone. In tal caso l'Avellino, qualora si qualificasse ma non fosse testa di serie nel sorteggio al secondo turno nazionale (lo sarebbe solo in caso di eliminazione del Südtirol, migliore terza), sarebbe fuori con un pareggio pagando a carissimo prezzo non aver chiuso al secondo posto. Ma, allo stato attuale, è null'altro che un'eventualità.

Intanto, di pari passo con l'avanzare della campagna vaccinale, la diminuzione dei contagi e il programmato allentamento delle restrizioni, si va verso il ritorno sugli spalti a partire dal mese di giugno, seppur con una capienza ridotta. La Lega Pro, per venire incontro alle società, è pronta a rinunciare alla sua percentuale sugli incassi, che, come da regolamento, oscilla tra il 20 e il 30 per cento.