Mirabella Eclano

"Il profilo di Mafalda De Simone non ha beneficiato di pratiche scorrette per raggiungere il numero attuale di followers".

Così i vertici di "Influencer Italia", nuovo network di riferimento per gli influencer, i brand e le agenzie di comunicazione, confermano la bontà del lavoro dell'imprenditrice digitale campana.

Smontate, dunque, le accuse lanciate la settimana scorsa nei suoi confronti. Stiano tranquilli, dunque, i proletari. Il profilo della De Simone è pulito, come testimoniato dai vertici della "Influencer Italia", la cui analisi è stata pubblicata in un video presente già sul profilo della influencer di Mirabella Eclano.

Nel video d'accusa i dati riportati sono stati analizzati in una chiave di lettura sbagliata. Inoltre, sono stati diffusi numeri non ufficiali, diramati da Instagram, ma da società terze che - già indicato sui propri siti web - non garantiscono affidabilità e veridicità. Inoltre, altre accuse sono state mosse sull'engagement, indicatore che varia per numero di post e followers.

"Prende in considerazione tutti i post e siccome il mio profilo è stato creato 9 anni fa, nel 2012, viene penalizzato da questo punto di vista perché prima Instagram non era molto utilizzato. Stessa cosa accade a personaggi famosi che sono qui da diverso tempo e molto prima che scoppiasse il fenomeno Instagram", ha detto la De Simone.

Sui commenti, invece, smontato il dilemma degli hashtag, in quanto una foto può essere ricercata su Instagram attraverso le parole chiave che utilizziamo e, quindi, può piacere anche a chi non ci segue.
Infine, focus sui followers e la presunta acquisizione di 16mila seguaci avuta il 21 aprile e persi successivamente il giorno dopo.

A spiegarlo qui sono i tecnici di Influencer Italia. "Si tratta di un bug, in quanto sugli insight del profilo di Mafalda De Simone, non c'è traccia di acquisizioni di followers in quel giorno e, pertanto, di successive perdite".

Una replica doverosa quella della De Simone. "Ci tenevo a fare chiarezza non tanto per me, ma perché sono state tirate in ballo le aziende con cui lavoro e sono stata minacciata di morte. Lo ribadisco: il sindacato degli influencer si farà. Stiano tranquilli i personaggi costruiti, che magari usano bot per le foto e acquisiscono followers quando non postano. Il sindacato servirà per stanare anche questi furbetti. Altro che proletari."