Salerno

L'ultimo soffio del triplice fischio di Gianluca Prontera ha scatenato l'urlo liberatorio dei salernitani, spalancando le porte dell'Olimpo del calcio alla Salernitana. Un grido che Salerno ha tenuto bloccato dentro per 23 anni e che oggi, ha tirato fuori con orgoglio, gioia, passione e senso d'inossidabile appartenenza.

Con il xxx di Pescara, la Salernitana ha staccato per la terza volta nella sua storia il pass per la serie A. Impresa sportiva che, ironia della sorte, è arrivata nuovamente il 10 maggio, come era già accaduto nel 1998. Due date accomunate anche dal velo di tristezza che, oggi come allora, aleggia sulla città: 23 anni fa Salerno festeggiò la promozione con la morte nel cuore a causa della frana di Sarno; adesso la gioia è resa meno dolce dagli effetti di una pandemia che sta seminando morte e dolore.

Contesto che dà ancora più valore all'impresa sportiva centrata da Fabrizio Castori e dai suoi calciatori, capaci d'interpretare in stadi deserti i valori e l'attaccamento che i salernitani provano per la squadra della propria città. Un capolavoro sportivo, nato tra lo scetticismo generale e in un clima difficile, figlio delle delusioni che Salerno aveva dovuto inghiottire nel recente passato.

Partita dopo partita, però, Di Tacchio e compagni sono riusciti a far ricredere tutti, portando la gente dalla propria parte e trovandosela al proprio fianco in quest'avvincente cavalcata verso la serie A. Che da oggi non è più soltanto un sogno. Ma una piacevole realtà. BentornAta, Salernitana!