Sant'Agata de Goti

"In un periodo di emergenza sanitaria come quello che stiamo vivendo, ritorna forte la problematica, mai risolta, del P.O. Sant'Alfonso Maria de' Liguori.
Lo scorso 18 novembre, il Consiglio Comunale di Sant'Agata de' Goti ha redatto un documento per chiedere l'attuazione del decreto 41/2019 e il conseguente potenziamento del nosocomio. Da allora, tutto tace.
Intanto la situazione dell'ospedale è peggiorata".
Così il PCI di Sant'Agata dei Goti in una nota in cui prosegue: "L'immiserimento numerico del personale sanitario e il conseguente accorpamento di tutti i reparti su un unico piano, rendono a tutti gli effetti il de' Liguori una cattedrale nel deserto. Ancora peggio, se possibile, è la situazione legata al pronto soccorso e alla gestione dell'accesso di pazienti potenzialmente positivi al Covid.
Ulteriore dato allarmante sono le recenti dimissioni di diverse unità tra medici e infermieri e l'ipotesi di chiusura del reparto di rianimazione.
Il de' Liguori sembra essere l'ultimo pensiero della dirigenza di un'azienda ospedaliera che però, senza questo, non avrebbe i numeri per essere qualificata come DEA di II livello.
Il PCI locale intende, pertanto, porre la questione politica dell’efficienza del nocosomio. La Regione deve tornare a guardare al nostro ospedale e proporre soluzioni fattive per rilanciarne l’attività, essendo il de’ Liguori il punto di riferimento di un ampio bacino d’utenza".
La gestione attuale è, infatti, in netto contrasto con il Piano Sanitario della Regione Campania, che prevede siano garantiti 3,6 posti letto ogni 1000 abitanti. Non solo, anche il PNRR (Piano Nazionale Resistenza e Resilienza), appena approvato, fa della sanità di prossimità uno dei punti cruciali del capitolo dedicato alla salute.
Il nostro ospedale ha tutte le potenzialità per essere un'eccellenza, ma di fatto viene puntualmente e volutamente dimenticato da dirigenti aziendali e rappresentanti politici.