"Spartiacque imprescindibile" e "patrimonio di tutti". Sono solo alcune delle espressioni usate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo discorso al Quirinale durante la celebrazione del 25 aprile. Alla presenza delle alte cariche dello Stato, tra cui il Premier Mario Draghi dopo la visita al Museo di via Tasso, la cerimonia e' stata condotta dall'attrice Greta Scarano e ha visto i contributi dello storico Emilio Gentile oltre che dei musicisti Daniele di Bonaventura e Marcello Peghin, duo con bandoneon e chitarra per rivisitare l'inno nazionale e 'Bella Ciao'. In chiusura, ha preso la parola Mattarella. "Il 25 aprile rappresenta uno spartiacque imprescindibile nella nostra storia nazionale. L'Italia, affrancatasi con il sangue di migliaia di martiri, da vent'anni di dittatura e oscurantismo torno' a sedersi nel novero delle nazioni civile, democratiche, pacifiche dopo la guerra sanguinaria in cui era precipitata con il fascismo. Le conquiste politiche, sociali, culturali, i diritti, la liberta' di opinione, di voto, di associazione, di cui godiamo oggi, trovano il loro saldo radicamento nel 25 aprile. E, grazie alla Repubblica e alla sua Costituzione nate dalla Resistenza, furono estesi a tutti, senza eccezioni. A chi partecipo' al movimento di Liberazione, a chi lo sostenne, a chi se ne senti' estraneo, anche a chi lo combatte'".

Mattarella, che in mattinata aveva deposto la corona all'Altare della Patria, ha poi proseguito: "Quando, dopo l'8 settembre, le truppe di Hitler invasero l'Italia, mutilandone l'integrita' territoriale, imponendo un giogo di brutalita', stermini, eccidi, deportazioni, con la collaborazione complice dei fascisti, migliaia e migliaia di italiani, militari e civili, compresero che la Patria in cui voler vivere e per cui si poteva anche morire, non poteva che essere libera, democratica, fondata sul diritto, sulla pace, sulla convivenza - afferma -. Furono i valori di pieta' e di civilta' della nostra gente, la ribellione contro la prepotenza e la furia cieca e devastatrice, a provocare le tante rivolte in molti paesi e citta' dell'intero territorio nazionale".
Poi un salto nel presente: "E' bene chiedersi cosa significhi oggi, soprattutto per i giovani, parlare di resistenza. Ed e' tanto piu' necessario, in un tempo in cui viviamo, nel quale l'orizzonte appare oscurato dall'angoscia, il futuro nascosto dall'incertezza e dalle ferite profonde prodotte dalla pandemia.
Credo che questa traccia sia tutt'ora ben presente e chiara, e credo anche che allontanandoci sempre piu' nel tempo da quell'esperienza decisiva, siamo in grado di comprendere cosa fu la resistenza e perche' sia diventata patrimonio di tutti e premessa della rinascita democratica - le parole di Mattarella, che conclude - Il ricordo, la consapevolezza del dolore, dei sacrifici che nel corso del tempo abbiamo piu' volte attraversato, ieri come oggi ci tengono uniti".

"Ci fanno riconoscere - ha concluso il Capo dello Stato - nel nostro comune destino. Quel ricordo e' il cemento che tiene insieme la nostra comunita'".
(ITALPRESS).