Benevento

 

"Il sindaco di Benevento - scrive l'avvocato Gino De Pietro nel suo intervento- ha dichiarato recentemente che avrebbe fatto ricorso allo sciopero della fame se Benevento e la sua provincia dovessero permanere in zona rossa.

Al fine di spiegare il ricorso ad un così estremo strumento di pressione sulle autorità e di persuasione dell’opinione pubblica, che fu in casi gravi usato da uomini come Gandhi e Pannella, il sindaco fa riferimento al fatto che Benevento e il Sannio non sarebbero nelle stesse condizioni del resto della Campania e che, pertanto, non sarebbe giusto far subire agli imprenditori ormai allo stremo ulteriori restrizioni non necessarie.

L’argomento è perfettamente condivisibile, almeno da parte mia, ma giunge nuovo ed inatteso da parte del sindaco del capoluogo che solo pochi giorni fa aveva espresso – ribadendo sue precedenti prese di posizione – opinioni esattamente contrarie, tacciando chi la pensava diversamente da lui di fantomatici errori giuridici e valutativi!

Un arguto scrittore inglese scrisse che solo i morti e gli stolti non cambiano mai opinione per cui saluto con piacere il revirement del sindaco e la sua conversione ad idee finora combattute e sono lieto per i cittadini.

Per rendere, però, completa e credibile tale sua conversione alla causa avversa a quella sostenuta pubblicamente fino a due settimane orsono, credo sia il caso di chiedere e chiedersi se tale suo ripensamento riguardi anche l’apertura delle scuole e delle attività culturali, ovvero sia ristretto alle categorie produttive cui ha promesso il suo appoggio, perché, nel primo caso, non avrei alcun dubbio a ritenere condivisile la sua recente presa di posizionem cui spero segua l’attuazione, nel secondo, invece, sarei più propenso a ritenere l’uscita piuttosto dubbia.

Siamo certi che non abbia nulla a che fare con le imminenti consultazioni elettorali, in cui i poveri ragazzi non votano, mentre gli imprenditori sì?

E’ triste doversi fare di siffatte domande e temere le conseguenti risposte, tuttavia sembra giusto che i cittadini riescano a rendersi conto delle ragioni effettive che ispirano le scelte politiche dei rappresentanti eletti alle cariche pubbliche, perché sia effettivo il principio delle democrazie secondo cui ogni rappresentante deve provenire dal popolo, agire per il popolo e con il popolo.

Se è vero, infatti, che solo lo stupido non cambia idea, è pur vero che repentini mutamenti di opinione in coloro che aspirano al consenso possono avere origini tutt’affatto differenti da un’effettiva nuova visione dei fenomeni e delle soluzioni e dipendere, più modestamente, da opportunismi elettorali e dal desiderio di compiacere tutti, facendo, allo stesso momento, così come si diceva un tempo, il partito “di lotta e di governo”, impresa sempre ambita da non pochi.

A parer mio bisogna attendere una più chiara presa di posizione del sindaco che riguardi l’apertura delle scuole medie e superiori, delle università, dei teatri, dei cinema, delle attività culturali, dei musei, beninteso in sicurezza e con ogni cautela, ma senza esclusioni incomprensibili e, ormai, intollerabili.

Aggiungerei anche una solenne promessa di non chiudere più le scuole e i parchi pubblici ad ogni ventata, pioggia o minaccia remota di qualche millimetro di neve mista a pioggia. Se arrivasse, credo molti sarebbero contenti e attenderebbero con soddisfazione gli esiti dello sciopero della fame, appena inizia".