Continuano i Webinar del FAI di Avellino per il mese di aprile. Nella giornata di ieri ha avuto luogo: “Fattarielli d’Irpinia – luoghi incantati e storie misteriose” in collaborazione con #C per Cultura di Alessia Capasso e Il Paese delle Maledizioni e dei Miti con Davide Urciuolo.
“Iniziative come queste, organizzate dalla Delegazione FAI di Avellino e dal suo gruppo giovani, nascono per sensibilizzare la gente verso quelle tematiche che sono proprie del FAI - dichiara il Capo Gruppo Giovani, Maria Emanuela Miccichè - progetti e webinar per avvicinare tutti coloro che si sentono vicini alla nostra mission. Il FAI, infatti, si impegna da oltre 40 anni per la tutela e la valorizzazione del patrimonio d'arte e natura italiano e invitiamo tutti coloro che vogliono entrare in contatto con noi a seguire i canali ufficiali e a scriverci sulle nostre pagine social”.
Nell'evento si è discusso delle modalità di divulgazione e degli applicativi di #C per Cultura nella provincia irpina e di un’idea-progetto per un luogo raro e incantato: un antico cimitero abbandonato, i suoi “spiriti guardiani” che vegliano silenti e incrollabili, sulle commoventi storie di un “Santo Sepolcro” d’Appennino.
Alessia, può descriverci la mission di #C per Cultura e la sua opera di divulgazione culturale?
“È un progetto che porto avanti da circa due anni e mezzo ed è una community a tutti gli effetti. Io sono una amministratrice ma, ovviamente, la componente fondamentale sono i membri. Trattasi di divulgazione culturale ma, nello specifico, ci focalizziamo sul folklore e la cultura popolare. Noi partiamo da lontano e arriviamo anche in Irpinia – poiché sono nata e cresciuta ad Atripalda – per fare conoscere le bellezze della nostra Irpinia anche fuori da questo territorio”.
Un luogo in Irpinia cui #C per Cultura ha riservato grande attenzione è, senza ombra di dubbio, l'Abbazia del Goleto. Un luogo che in tempi recenti è stato attenzionato in maniera approfondita anche dal Fai di Avellino.
“Sicuramente l’Abbazia del Goleto rappresenta uno dei maggiori successi di #C per Cultura. In realtà è successo quasi tutto per caso. È uno dei luoghi che più amo dell’Irpinia e, dopo averne parlato, ho fatto un sondaggio sulla community e, con mia grande sorpresa, ho scoperto che la stragrande maggioranza di loro l'aveva visitata. Ho ricevuto tantissime foto di persone che si sono appassionate a questo luogo. Questo mi ha reso estremamente felice”.
Davide, ci parli di questo progetto di riqualificazione relativo all’impianto cimiteriale ottocentesco sito nel territorio di Pietrastornina e, soprattutto, a che punto siamo a livello amministrativo?
“Io porto avanti da qualche anno questo progetto di riqualificazione dell’impianto dismesso dagli anni ‘60. Questo è un luogo importantissimo, sia dal punto di vista storico, sia da quello antropologico. L’impianto originale è rimasto sostanzialmente inalterato. È un’operazione di recupero del paesaggio, della sua storia, dei suoi personaggi. Noi li immaginiamo come degli “spiriti guardiani” che vegliano sulla nostra storia da circa 150 anni. Noi siamo totalmente ignorati dall’amministrazione e questo luogo può rappresentare qualcosa di importante per il territorio. Questo cimitero rappresenta una porta su di un’altra dimensione. In questi giorni ha nevicato e ha reso ancora più stupendo questo luogo che merita di essere rifunzionalizzato per attività culturali. C’è tanto da fare per dare nuova vita a un luogo che è centrale per Pietrastornina”.
Rimanendo in tema “paranormale e affini” - Alessia – ci sono storie interessanti anche sulla concattedrale di Nusco.
“Sì. Tutto è cominciato durante il tour estivo, quando ho potuto notare un particolare molto interessante, un’iscrizione enorme - in latino - sulla facciata: “HOC OPUS FECIT POPULUS NUSCANUS SUB ANNO DOMINI MCCCCCXXII CESSIT ENIM IUS TUMULI CLERUS”.
Ovvero: “Nel 1521 il popolo di Nusco fece in modo che il clero annullasse lo ius tumuli".
In pratica, tutti i morti di Nusco venivano seppelliti nella cripta - sotto la cappellaia - ma, per farlo, si doveva pagare una tassa. Il clero decise di rinunciare a questa tassa ma, in cambio, sarà il popolo a prendersi cura del restauro del campanile e della facciata. Questo, in pratica, ha rappresentato il primo esempio di cimitero comunale a disposizione del popolo; una sorta di accordo tra il clero e la gente. Questa e altre storie, posso garantirlo, vengono apprezzate molto di più da coloro che vengono da fuori l’Irpinia. Un paradosso che noi, così come il FAI con la sua mission, stiamo cercando di cancellare per riappropriarci delle nostre tradizioni, della nostra cultura, e gioirne, finalmente, per primi”.