Benevento

E' ritenuto il promotore-organizzatore del gruppo di Benevento che, con quello di Napoli, avrebbe costituito nel 2017 l'associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti che gli inquirenti sono convinti di aver ricostruito. Un ruolo respinto da Daniele Pizzone, 27 anni, uno degli otto beneventani finiti in carcere, al pari di sei partenopei, nell'inchiesta della Dda e della guardia di finanza.

Lo ha fatto, però, non rispondendo alle domande, ma rilasciando dichiarazioni spontanee quando, questa mattina, si è trovato al cospetto, da remoto, del gip che ha adottato il provvedimento restrittivo. Assistito dall'avvocato Gerardo Giorgione, Pizzone si è assunto la responsabilità di alcuni episodi di cessione di droga, escludendo ogni altro coinvolgimento, ad iniziare da quello della madre.

Quanto agli altri indagati, il 27enne ha sostenuto che si trattava di acquirenti ai quali faceva credere di aver risparmiato, precisando di aver sempre operato in assoluta autonomia e senza alcun rapporto organico con i napoletani, dai quali comprava la 'roba'.

Giornata di interrogatori anche per i destinatari dell'obbligo di dimora, con dichiarazioni spontanee arrivate da Antonio Zenca (avvocato Fabrizio Crisci), 42 anni, di San Giorgio La Molara, che ha fornito alcune precisazioni e ricordato che lavora presso una comunità di recupero, Pasquale Tassella (avvocato Giorgione), 29 anni – ha affermato che all'epoca lavorava a Cuneo, dove era anche stato operato -, Luigi Badioli (avvocato Nicola Covino), 37 anni, che si è detto estraneo ai fatti prospettati a suo carico, tutti della città.

Diversa la scelta di Aldo Pugliese (avvocato Valeria Verrusio), 29 anni, di Ceppaloni, che, non avvalendosi della facoltà di restarsene in silenzio, ha risposto e negato ogni addebito.