Vaccini e attese, la carica dei 7mila fragili in Irpinia chiede tempi rapidi per le somministrazioni. Carmine Meo pensionato di 75 anni di Caposele vive l’incubo di una lunga attesa, nonostante il suo quadro clinico imponga misure severissime di tutela.
Paziente oncologico grave, tracheostomizzato, con recidiva e neoplasia polmonare aspetta la sua dose per poter vivere senza la paura di contrarre il covid. Nei centri vaccinali procedono le inoculazioni delle dosi, ma proprio sui casi dei fragili in tanti chiedono una accelerata per i casi più gravi. L'Asl sta dettando tempi più rapidi, ma la richiesta è molto elevata e il timore resta quello di aspettare troppo tempo.
“Mio padre è un paziente fragile, a cui ancora non è stato somministrato il vaccino – spiega la figlia Concita Meo -. Senza contare che essendo stato tracheostomizzato, nei fatti non può proteggersi con la mascherina. E’ un malato vulnerabile tra i più esposti al rischio di contrarre il coronavirus. Aspettiamo il vaccino, sperando così di poter tenere al sicuro mio padre dal contagio”.
A inizio marzo c’era stata l’apertura della piattaforma Soresa in Campania per poter procedere all’iscrizione degli over settanta.
“In un clima di generale euforia e con l’ansia di fare presto – spiega Concita – ho subito iscritto il mio papà. Dopo soli quattro giorni sono arrivate diverse direttive per quello che riguardava i fragili.
Risultato? è stato prima inserito nella graduatoria dei 70enni (quella a cui è stato possibile prenotarlo prima) e poi segnalato anche come paziente fragile. Eppure l’Asl lo ignora. Come se non esistesse. Lui non respira dalle normali vie aeree, ma dal buchino aperto all’altezza della trachea, quindi, a differenza di un paziente normale, ripeto per lui è inutile indossare la mascherina».
Nei fatti l’Asl sta procedendo con la somministrazione dei vaccini, ma in base alle prenotazioni effettuate. Circa settemila quelle pervenute per i pazienti più a rischio.
“Intanto la situazione di mio padre è molto seria e fare presto potrebbe risultare di vitale importanza – spiega Concita -. Senza contare che io stessa sono una persona a rischio e temo sempre di contrarre il virus. Sono assistente odontoiatrica e noi, a differenza dei dentisti, non siano stati inseriti nell’esercito dei sanitari vaccinati prima e subito”.