Ariano Irpino

Biogem si affida ad Antonio De Curtis, per l’occasione aureolato, come ideale voce narrante di un omaggio al grande musicologo partenopeo, da poco scomparso. E lo fa, presentando, insieme alla casa editrice Marsilio, ‘San Totò’, l’ultima fatica saggistico-letteraria dello stesso Isotta, deceduto prima della sua pubblicazione.

A parlare del principe della risata, una nutrita schiera di accademici della sua Napoli, dal giurista Antonio Palma, alla letterata Emma Giammattei, al rettore Lucio D’Alessandro, insieme al genovese-napoletano Dino Cofrancesco, decurtisiano di stretta osservanza.

L’incontro, presentato dalla vice-presidente di Marsilio Editori, Emanuela Bassetti, e dal presidente di Biogem, Ortensio Zecchino, punta a ricordare Paolo Isotta, divulgando la sua recente propensione per una scrittura a tutto tondo, lontana da quell’arioso specialismo musicale, che pure gli aveva dato un posto di primo piano nel panorama culturale italiano e non solo.

Il libro su Totò sarebbe stato infatti per Isotta, la definitiva conferma di un nuovo inizio, che, superati i 70 anni, lo avrebbe dovuto portare nel mare aperto di una saggistica sempre più letteraria e sempre più svincolata dalla sua amata musica.

Un cambio di passo ulteriore, in una vita mai scontata, ma con una certezza, tra le poche, di un’anima inquieta quale quella di Isotta, rappresentata dalla sua Napoli, fonte inesausta di ispirazione e di compiacimento intellettuale, soprattutto negli ultimi anni della sua intensa esistenza. E allora non ci resta che santificare Totò. Rimane tuttavia una curiosità. In Paradiso, come farà l’amico Paolo a spiegare questa ‘iniziativa’ al suo veneratissimo San Gennaro?