Alberi piantati in segno di speranza e fiducia nel futuro, alle spalle del liceo Parzanese con il pensiero rivolto a quattro giovani studenti di Zungoli, Ariano Irpino e Carpignano (Grottaminarda), per i quali il destino è stato atroce.
Una cerimonia toccante e particolarmente commovente nel ricordo di chi purtroppo ha perso la vita nel fiore della gioventù. Una lodevole iniziativa, quella del Liceo Parzanese di Ariano Irpino, tesa a mantenere vivo il ricordo di Carmen De Feo, Gianmichele Modestino, Lorenzo e Francesca Schirinzi attraverso un momento di condivisione di sguardi e di pensieri profondi tra i familiari, gli studenti e docenti. Presente il vescovo Sergio Melillo, l'assessore Michela Cardinale, il sindaco di Zungoli Paolo Caruso, il presidente della comunità montana ufita Giuseppe Leone e il vice Nicola Luigi Norcia, il comandante della locale stazione dei carabiniero Giovanni Casciello, parenti degli studenti scomparsi, docenti e alunni del parzanese.
La gioia del ricordo, nelle parole del dirigente scolastico Alfonsina Manganiello, vera e propria istituzione scolastica ad Ariano Irpino, per la sua profonda umanità e grande attenzione rivolta alla formzione e al futuro delle giovani generazioni da lunghi anni con dedizione e passione.
Quattro figli e studenti, scomparsi uno dopo l’altro in poco tempo: Lorenzo e Francesca, Carmen, Gianmichele. Qui tra noi sono presenti i genitori e anche i ragazzi, loro amici, con i quali hanno condiviso tanti momenti belli e tante esperienze.
Quando succedono tragedie che colpiscono i giovani ognuno viene intimamente toccato negli affetti e si rispecchia nel dolore dei parenti; in ognuno subentra un senso di vicinanza e il dolore altrui diventa il nostro. In ogni vita che si spegne, annega il futuro e la fiducia di coloro che direttamente sono colpiti dalla perdita, ma anche della comunità che quella vita ha visto nascere e fiorire.
L’assenza di una persona cara non si supera se non attraverso la memoria e richiede un percorso di elaborazione lungo, nel corso del quale non mancheranno i momenti in cui la si cerca nei luoghi e nelle cose della quotidianità, le si parla come se fosse lì presente e la si sente intorno, immateriale e leggera; tutto il mondo che gli è appartenuto diventa il rifugio nei momenti di sconforto.
La coltivazione della memoria è la massima forma di rispetto che si possa mostrare alla persona scomparsa, è la strada migliore per elaborare per quanto possibile il lutto e per ritornare ad una condizione di normalità accettabile; la memoria è il passato che si lega al presente avendolo generato ed è intreccio di ciò che siamo stati in chi succede o sopravvive a noi.
La memoria è il filo da non spezzare mai, al quale appendere i ricordi che via via si fanno strada e tutte le cose appartenute a chi abbiamo amato. La memoria non è mai esagerazione o stordimento; è piuttosto consapevolezza che non v’è un ritorno, ma presenza dentro di noi.
Anche la Scuola che ha accolto Lorenzo, Francesca, Carmen e Gianmichele, ha bisogno di elaborare il lutto della perdita con la memoria e la gioia del ricordo.
Ha deciso di farlo con la messa a dimora di umili alberelli di biancospino, longevi, tenaci, delicatamente profumati , che resisteranno con la loro bellezza al passare del tempo, delle stagioni, delle generazioni di alunni e insegnanti che frequenteranno questa che è stata la loro scuola.
La scuola di Lorenzo, Gianmichele, Carmen, Francesca. I biancospini alla loro memoria, per le generazioni presenti e future.
Di marzo per la via della fontana, la siepe s’è svegliata tutta bianca, ma non è neve, quella: è biancospino tremulo ai primi soffi del mattino. (U.Saba) A.M.
Prezioso come sempre il lavoro degli operai forestali della Comunità Montana Ufita. Ringraziamenti particolari sono stati rivolti ai docenti Gabriella Graziano, Livia Paola Di Chiara Marco La Carità ed ancora a Maria Rosaria Cardinale, Giuseppe Bianco, Vincenzo Argenio, Pasquale Coppola e Antonio Lo Conte. Cerimonia curata nei minimi dettagli, nel rispetto delle norme anti Covid.