Aquilonia

Il comitato civico spontaneo “Palazzine Bene Comune” ha replicato pubblicando uno stralcio in loop di un video in cui, durante una conferenza, il sindaco di Aquilonia, Giancarlo De Vito, afferma: «Quando un bene è comune non esiste la parola “decido io”». È la risposta alla nota diffusa lo scorso 20 marzo dal primo cittadino, a margine del botta e risposta che si è innescato quando, il 5 marzo scorso, è stato deliberato l'abbattimento di 6 “casette asismiche” del 1930, dette anche “palazzine”, sempre contestata dal comitato.

«Abbiamo provato in mille modi a farci ascoltare. Ora proviamo anche questo: mettere in evidenza la stridente contraddizione di un sindaco, che prima promette decisioni condivise, poi si riunisce in una stanza con due assessori e dichiara chiusa una discussione che non ha voluto nemmeno cominciare» - si legge tra le righe di una nota del comitato civico sponteneo “Palazzine Bene Comune” «Da tempo, infatti, il gruppo di cittadini riuniti in comitato, forte della raccolta di oltre 700 firme e del sostegno di Vinicio Capossela, Franco Arminio, Vito Teti e numerosi altri intellettuali e docenti universitari, chiede un dibattito pubblico sul destino del patrimonio edilizio, che costituisce il centro storico della cittadina irpina».

Nel suo comunicato De Vito ha ricordato che la Commissione regionale per il patrimonio culturale del MiBACT ha negato “l'interesse culturale” delle casette. Il comitato controbatte: «Abbiamo già osservato quanto problematico e contraddittorio sia quel pronunciamento in cui il MiBACT, rispetto a quanto dichiarato in un documento precedente che, al contrario, affermava il valore di quegli edifici oltre a riconoscere che fossero “consolidati nell'immaginario collettivo come elementi di identificazione storico-culturale”. Il sindaco, finora, si era sempre nascosto dietro l'ultimo documento del ministero con un pilatesco “non lo dico io, lo dice il MiBACT”, ma ora finalmente sostiene anche lui, come noi, che il valore culturale di un manufatto “va oltre il mancato riconoscimento del vincolo da parte del Ministero”. Però – prosegue il comitato –, fa la mossa di smarcarsi dal MiBACT in merito alle palazzine dell'Ambito B, tuttavia ne conferma l'abbattimento sacrificando le sei “casette” che hanno il significato storico più importante, mentre concede un contentino alla conservazione parlando di quelle di via Calabrese, che sono due e hanno valore minore. Così Aquilonia non avrà più il proprio centro storico».

«Un'interrogazione parlamentare è stata depositata da senatori dei Fratelli d'Italia; il consigliere regionale Todisco si è impegnato a sollecitare sul tema il pronunciamento della Regione Campania; tutti i gruppi di minoranza in consiglio comunale sono ormai schierati contro la demolizione delle casette e porteranno in assemblea mozioni per la revoca della deliberazione di abbattimento; la forza politica che nelle precedenti elezioni aveva sostenuto De Vito si è espressa chiaramente per la conservazione delle palazzine e per l'apertura al dibattito. È tempo di sentire direttamente la voce dei cittadini di Aquilonia» - conclude il comitato Palazzine Bene Comune - «se il sindaco non li vuole sentire, proveremo a farli parlare chiedendo un referendum popolare consultivo. Il quesito è già allo studio».