Durante i mesi del primo lockdown dello scorso anno, un operatore sanitario di Scafati, aveva deciso di partire insieme alla sua famiglia, accettando una proposta di lavoro nella Regione Veneto, come guidatore di ambulanze per il trasporto dei contagiati Covid. Una mansione particolare, soprattutto alla luce dell'emergenza sanitaria che il Veneto stava vivendo in quel momento.
L'uomo, insieme alla famiglia, aveva fittato un'abitazione a pochi chilometri dalla sede di lavoro, che ogni giorno raggiungeva con la propria auto. Ed è proprio lungo quel tragitto che si è materializzata la beffa. Mentre lavorava, ogni giorno, a ritmi estenuanti, a Scafati, all'indirizzo della sua residenza iniziavano ad arrivare i primi verbali, per violazione del Codice della Strada.
Un incrocio particolare, con una segnaletica poco chiara, lo costringeva ad invadere per circa un metro la corsia dedicata ai bus. Ogni giorno, all'andata e al ritorno da lavoro, con una telecamera che scattava le fotografie della targa. In tutto le contravvenzioni hanno raggiunto quota 80, per un importo di oltre 7mila euro, più di quanto aveva guadagnato nei tre mesi di lavoro.
Sconfortato, l'uomo ha deciso di rivolgersi allo Studio Legale Marchesano-Adinolfi di Scafati. «Studiata la pratica, - spiegano l'avvocato Giuseppina Marchesano e l'avvocato praticante dott. Biagio Adinolfi - abbiamo subito capito che c'erano i presupposti per un ricorso al Giudice di Pace. Il Comune si è poi costituito in giudizio, chiedendo il pagamento integrale di tutte le sanzioni. Il Giudice, alla fine, ha però accolto tutte le nostre motivazioni, rigettando le richieste di controparte ed optando per una soluzione che prevede il pagamento di una sola contravvenzione e delle sole spese di notifica delle altre, compensando le spese legali, così come da noi richiesti».
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Fine dell'incubo per un operatore sanitario di Scafati: accolto il ricorso presentato dai legali
Filippo Notari