Avellino

Avellino, città sotto inchiesta. Non c'è solo l'affidamento della gestione dei parcheggi chiusi e delle aree di verde pubblico nel mirino degli inquirenti. Fascicoli sono aperti anche sulla discussa variante urbanistica che consente l'edificabilità sul torrente San Francesco, sulla Dogana (o quel che resta dopo l'incendio e decenni di totale abbandono), su Piazza Castello (e sul materiale inquinante scoperto durante gli scavi). Nodi irrisolti – e sui quali il rimpallo di responsabilità è imbarazzante – restano l'autostazione, il tunnel (ripartono i lavori, ma perchè e per cosa? Immaginiamo la risposta: perchè è necessario portarli a termine. La questione è: era necessario fare un'opera inutile e costosa, arrecando disagi alla città, solo perchè bisognava spendere dei soldi?), il Mercatone (ma davvero vogliono lasciare in completo abbandono quel mostro di cemento al centro della città?).

Il quadro è desolante. Per certi versi inquietante. Quel sogno cullato dall'amministrazione Di Nunno di una “città giardino” si è tramutato in incubo. Quindici anni dopo si contano solo macerie. La rinascita del capoluogo è diventata un'agonia. Il sindaco Foti ha trovato la frittata già servita. Non può essere ritenuto responsabile del passato. Ma una gestione più decisa e coraggiosa, avrebbe consentito almeno di intravedere una luce in fondo al tunnel (e non quello di piazza Libertà).

E' necessario avviare una riflessione sugli anni dell'amministrazione Galasso. Lì, probabilmente, si nasconde la radice del disastro attuale. O forse non solo. Il problema è anche più antico. Il punto nodale è comunque sempre lo stesso. Per anni questa città è stata amministrata da politici che pur di mantenere pacchetti di voti (in qualche quartiere, con personaggi di dubbia reputazione ma decisivi in chiave elettorale, con determinati gruppi di potere, e con l'appoggio ondivago e interessato di esponenti dei partiti), non hanno governato, ma si sono barcamenati per non scontentare nessuno. Con un triplice obiettivo: il consenso di determinanti pacchetti di voti, il benestare di gruppi di potere e l'alleanza di influenti esponenti politici.

Il risultato è il disastro attuale. Una città senza senso e senza futuro. Sospesa in un eterno limbo di incertezza. Incompiuta. E che negli anni ha perso drammaticamente la sua centralità nella stessa provincia.

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