Benevento

Rummo, l’azienda di maestri pastai fondata a Benevento nel 1846, ha vinto (ex aequo con Cantine Ferrari di Trento) la decima edizione del Premio “Di Padre in Figlio”, promosso dalla LIUC Business School, e in particolare dal Centro su Strategic Management e Family Business, con il sostegno di Credit Suisse e KPMG e il contributo di Mandarin Capital Partners. Il Premio si rivolge a imprenditori e aziende almeno alla seconda generazione, con fatturato superiore ai 10 milioni di euro e sede legale in Italia. La cerimonia di premiazione si è svolta oggi, giovedì 11 marzo 2021.

Rummo, fondata nel 1846, ha un fatturato di circa 100 milioni di Euro ed è guidata da Cosimo Rummo (quinta generazione) e dal figlio Antonio (sesta generazione). Tra i motivi che hanno portato alla vittoria, la continua ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e processi, fra cui il metodo «Lenta Lavorazione» e la crescita avvenuta anche attraverso acquisizioni e joint venture. L’azienda è stata anche in grado di rispondere in modo esemplare ad un disastro naturale avvenuto nel 2015, un’alluvione che ha provocato numerosi danni strutturali ed economici.

 

Quest’anno sono state numerose le candidature arrivate per il Premio, sottoposte poi ad uno screening che ha portato a 64 casi da sottoporre al giudizio della giuria. La raccolta e l’analisi dei dati è stata affidata al team di FABULA, il Family Business Lab della LIUC – Università Cattaneo attivo in studi e ricerche dedicate a tematiche cruciali come il cambiamento strategico, la crescita, l’innovazione (anche e soprattutto aperta), l’internazionalizzazione, le ristrutturazioni post-crisi, l’apertura del capitale e della governance, con particolare attenzione verso il ruolo delle nuove generazioni.

“A farla da padrone a livello geografico è stato il Nord Ovest, con il 38% di imprese candidate - riportano Valentina Lazzarotti e Salvatore Sciascia, co–direttori di FABULA e professori ordinari della LIUC - Hanno partecipato imprese di ogni settore e il 70% è composto da PMI, metà delle quali con un fatturato fra i 10 e i 20 milioni di Euro. Dominano le aziende di lungo corso (il 45% ha più di 50 anni e sempre il 45% è giunto almeno alla terza generazione al comando). Oltre la metà delle imprese candidate prevede fratelli e/o cugini al comando. Si noti come solo il 15% è guidato da una donna e solo il 18% è guidato da uno (o più) leader under 40. Le imprese sono state valutate in termini di performance lungo diverse dimensioni, fra cui la crescita del fatturato, la redditività e la solidità finanziaria: abbiamo incontrato imprese dalle ottime performance, spesso lungo tutte e tre le dimensioni, anche in questo periodo particolarmente difficile. Le ragioni delle buone performance (una sorta di “decalogo” del family business)sono da ricercare in una serie di elementi derivanti dalla compresenza di famiglia e impresa. Alcune ragioni sono quindi di natura esclusivamente familiare, come i valori e il dialogo in famiglia. Altre sono di natura squisitamente aziendale, come la chiarezza e la formalizzazione delle scelte strategiche, la costruzione di un portafoglio di business sinergici, la tendenza all’innovazione continua e l’orientamento internazionale.

Infine, una terza categoria di ragioni, a cavallo fra la famiglia e l’impresa, è riferita alla governance aziendale: l’adozione di efficienti strumenti e organi di governo, l’attenta pianificazione del passaggio generazionale, la chiarezza dei ruoli e l’apertura del capitale, del CdA e del management.”