"A pochi giorni dall'8 marzo un nuovo, ennesimo episodio che evidenzia la mancanza di tutela e di rispetto della donna, ancora una volta costretta a scegliere tra carriera e famiglia".
Cosi' l'assessora alle Pari Opportunita' dell'Emilia-Romagna Barbara Lori commenta il caso di Lara Lugli l'atleta originaria di Carpi (Mo) e in forza al Pordenone Volley in B1, non pagata e citata per danni dalla societa' in seguito a una gravidanza.
"Una vicenda gia' di per se' inaccettabile, cui si aggiunge l'aggravante del contesto sportivo, in cui i valori e l'etica dovrebbero rappresentare i principali riferimenti per la comunita'. Anche a fronte di questa vicenda - aggiunge Lori - deve rafforzarsi il nostro impegno - come Istituzioni, ma anche come societa' civile - per la promozione di una reale uguaglianza, di diritti paritari tra uomini e donne, che si realizzino in un vero e proprio percorso di tutela continua. A maggior ragione in ambito professionale e sportivo".
"Sono passate 48 ore dalla Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne e veniamo a sapere dell’ennesimo caso in cui una donna, un'atleta in questo caso, sarebbe stata discriminata, addirittura citata per danni.
Per quale reato? Essere rimasta incinta.
Lara Lugli, pallavolista tesserata in B1, per questo motivo è considerata un problema dalla sua società. Pensare che oggi una donna sia costretta a scegliere tra un figlio e la carriera non è più tollerabile. In Italia ci sono una serie di sussidi e garanzie per lavoratrici e lavoratori che abbiamo introdotto da quando siamo al governo, ma mancano ancora tutele per permettere alle donne e ai loro compagni o mariti di progettare una gravidanza. È ora di un cambiamento anche in questo senso.
Una donna ha il diritto inalienabile di vivere serenamente il tempo della gravidanza e ne ha diritto insieme a tutta la sua famiglia. Perché qui stiamo parlando dei diritti di tutti." Scrive Luigi Di Maio.
"Proprio il giorno dopo la Giornata internazionale della Donna, siamo costretti a leggere notizie che ci lasciano esterrefatte. Spiegare che una pallavolista professionista ha causato un danno economico alla squadra perche' e' rimasta incinta e', per usare termini gentili, vergognoso:
calpesta i diritti di una persona, di una donna, della sua famiglia e anche, lo dico senza enfasi, di tutta la nostra societa'". Dichiara l'assessore regionale allo Sport Fvg Tiziana Gibelli in merito al caso della schiacciatrice carpigiana del Pordenone nella B1 di pallavolo.
"Da assessore allo Sport, ma soprattutto da donna, mi sento - aggiunge Gibelli - di dire una sola parola: vergogna. Vergogna per non aver rispettato un diritto, vergogna per aver svilito ancora una volta la donna, vergogna perche' si fa intendere che lo sport sia cosa per uomini, vergogna perche' nel 2021 dobbiamo essere ancora qui a commentare episodi del genere".
"A Lara Lugli va tutta la solidarieta' mia e dell'amministrazione regionale: vada dritta per la sua strada, perche' questa sara' solo una brutta parentesi nella sua vita di sportiva e di donna.
C'e' un mondo affettuoso e solidale con lei, nello sport e fuori" conclude Gibelli.
"Non basta piu' esprimere solidarieta' nei confronti di chi subisce su di se' gli effetti ancora evidenti di una societa' patriarcale e maschilista. E' il caso della pallavolista Lara Lugli cosi' come di altre centinaia di donne costrette a scegliere tra maternita' e carriera. Ora e' necessario agire concretamente affinche' il gap gender non sia piu' una questione aperta da risolvere". Lo scrive sulla sua pagina Facebook il ministro per i Rapporti con il Parlamento e le Riforme Federico D'Inca'. "Occorre promuovere azioni che garantiscano alle donne condizioni di parita' salariale, di accesso e mantenimento di una posizione lavorativa, pieni diritti e valorizzazione delle loro aspirazioni senza dover scegliere o subire fortissime discriminazioni", ha sottolineato ancora D'Inca'.
"Sono certo che questo Governo, grazie alla sensibilita' delle tante ministre che lo compongono e all'attenzione che il tema sta finalmente suscitando anche nell'opinione pubblica, sapra' costruire le fondamenta di un ampio e non piu' rinviabile processo di evoluzione culturale della nostra societa', realizzando a pieno l'articolo 37 della nostra Costituzione che recita: 'la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parita' di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione'".