Caposele

Si è celebrata stamattina davanti al tribunale penale di Avellino l’ultima udienza del processo a carico di un cinquantenne altirpino, già rinviato a giudizio per atti persecutori nei confronti di una ventenne di Caposele. L’uomo era stato denunciato dopo mesi di vessazioni e molestie subite dalla ragazza. Nel processo sono stati sentiti, oltre al comandante della stazione dei Carabinieri che ha svolto le indagini, la persona offesa e altri testimoni che hanno sostanzialmente confermato i fatti riportati nella denuncia.

Secondo quanto emerso in giudizio, l’uomo per diversi mesi si sarebbe recato quasi ogni giorno sul luogo di lavoro della giovane, insultandola e costringendola a farsi accompagnare al lavoro da persone di fiducia. In diverse occasioni si sarebbe appostato nei pressi dell’abitazione della sua vittima e le avrebbe sbarrato la strada con la propria autovettura mentre rientrava a casa. In una occasione l’avrebbe finanche molestata durante una festa patronale, costringendola a rientrare a casa terrorizzata. Da qui la denuncia per stalking, che si realizza quando qualcuno, con condotte reiterate, minaccia o molesta la sua vittima in modo da cagionarle un perdurante e grave stato di ansia o di paura, costringendola quindi ad alterare le proprie abitudini di vita. Al termine della discussione, il tribunale di Avellino ha condannato l’imputato a un anno di reclusione, oltre al risarcimento dei danni in favore della ragazza, difesa dall’avvocato Alfonso Sturchio, che si era costituita parte civile nel processo.