La quarta edizione del concorso di fotografia documentaria “1801 Passaggi - Un paese italiano, 2020” giunge alla conclusione. Il concorso nasce a Lacedonia per la divulgazione e valorizzazione del patrimonio di 1801 foto scattate nel 1957, nel borgo irpino, dal fotografo e antropologo statunitense Frank Cancian.
La proclamazione e premiazione delle 20 fotografie selezionate e dei vincitori sarà effettuata martedì 16 marzo, alle 17, in diretta streaming dalle sale della mostra "Frank Cancian. Un paese del Mezzogiorno italiano. Lacedonia 1957", in corso al Museo delle Civiltà di Roma fino alla fine di maggio. Un progetto promosso e coordinato da Francesco Aquilanti e Luciano Blasco e curato da Francesco Faeta. Partecipano, oltre ai 20 fotografi selezionati dal concorso: i volontari dell'associazione LaPilart e della Pro Loco "Gino Chicone" di Lacedonia; il funzionario del MuCiv, coordinatore del settore Arti e tradizioni popolari, Francesco Aquilanti; il sindaco di Lacedonia, Antonio Di Conza; il presidente della Pro Loco "Gino Chicone" di Lacedonia, Antonio Pignatiello; la giuria del concorso composta da Simona Guerra, esperta di archivi fotografici (coordinatrice); Lello Mazzacane, antropologo e fotografo, dell'Università di Napoli Federico II; Simone Terzi, coordinatore della Fondazione "Un Paese" di Luzzara (Reggio Emilia); Angelo Raffaele Turetta, fotografo e docente. Presenti anche l'architetto e fotografo Steven Cancian, figlio di Frank Cancian, in collegamento dagli USA; la responsabile nazionale Piccoli Comuni di Legambiente, Alessandra Bonfanti; il giornalista Luca Martinelli, autore del libro "L'Italia è bella dentro".
Saranno assegnati, nell'ambito delle 20 foto selezionate, che saranno esposte in mostra ed entreranno a far parte dell'archivio del MAVI/Museo Antropologico Visivo Irpino, tre premi della giuria e il premio Frank Cancian, curato dalla famiglia del fotografo e antropologo Frank Cancian, scomparso lo scorso novembre, a cui il concorso è ispirato e le cui foto scattate nel 1957 a Lacedonia sono custodite dal MAVI e attualmente esposte, in una significativa selezione, nel Museo delle Civiltà di Roma.