Benevento

Stop ai luoghi comuni: è quello che chiede Giuseppe Ruggiero, consigliere provinciale e sindaco di Foiano di Valfortore a rigurado del Sannio. Perché se bisogna parlare di bellezza, bisogna parlarne tout court, non tanto per.
E' il senso di una lunga disamina: «La nostra provincia è una terra molto strana, o forse lo è la politica che attualmente la governa.

Si continua a presentare il Sannio come una bellissima cartolina in cui raffiguriamo una terra ricca di antichi sapori, in cui l’aria e i fiumi sono puliti ed incontaminati, praticamente un territorio che ha come unica strada da seguire quella dell’agroalimentare di qualità, se vuole ottenere un minimo di sviluppo.

Un cartolina appunto, niente di più lontano però dalla realtà, perché il Sannio in questo momento dimostra di non essere capace di risolvere solo una delle tante emergenze ambientali presente sul proprio territorio».

A partire dalla situazione sui rifiuti, secondo Ruggiero: con quell'impasse atavico che è già assai distonico rispetto al concetto di cartolina: «. Incapace di darsi una seria programmazione sull’impiantistica dei rifiuti, pur avendo quantitativi definiti piuttosto modesti se pensiamo alle sole 60.000 tonnellate l’anno prodotte fra frazione indifferenziata ed organica. Numeri che farebbero sorridere le realtà più industrializzate del nord dove purtroppo si dimostra, ancora una volta, che le province che stanno meglio ambientalmente sono quelle che hanno impianti per il trattamento dei rifiuti, e non quelle che ne sono invece sprovviste e quindi costrette ad ammassare rifiuti sopra e sottoterra.

Il limite che ha come effetto diretto la proliferazione incontrollata di iniziative i cui proponenti vedono nel Sannio una terra di conquista, arrivando persino a pensare che sia possibile accoppiare un biodigestore anaerobico con un termovalorizzatore (inceneritore), unico esempio in Europa o forse nel mondo.

Eppure la politica non dovrebbe avere grossi problemi nel dare una risposta, vista la locale filiera istituzionale che va dall’Ente Provincia fino all’Ente d’Ambito, passando per la Samte, tutti governati dal locale movimento politico che ha come riferimento il Sindaco di Benevento Clemente Mastella, il quale, come unico contributo che ha saputo dare in questi anni al settore dei rifiuti, è stato di proporre per ben 5 volte ricorso alla tariffa provinciale per lo smaltimento, danneggiando finanziariamente l’intero ciclo provinciale e i tanti piccoli comuni virtuosi che sono costretti a tassare i propri cittadini per colpe non proprie.

Naturalmente Mastella perderà anche questi contenziosi, come già accaduto in passato, ma altro non avrà fatto che togliere liquidità alla società provinciale Samte, oggi commissariata dopo un primo concordato chiuso nel 2016.

Una provincia che per gestire il ciclo dei rifiuti si è affidata ad un presidente che è anche l’attuale Sindaco del Comune di Casalduni ove insiste un’infrastruttura danneggiata da un incendio e la cui popolazione pretende, giustamente, risposte serie ed innovative nella gestione dei rifiuti, perché per troppo tempo ha subito scelte commissariali che hanno prodotto solo danni all’ambiente circostante.

Non fare nulla però significherebbe creare solo maggiori danni a quell’angolo di territorio provinciale rappresentato dai Comuni di Casalduni e Fragneto Monforte».

Una situazione che ha già prodotto tantissimi danni: «Un Sannio che da anni aspetta il giusto compenso per quel sacrificio rappresentato dall’aver accettato rifiuti provenienti da tutte le altre Province della Campania, non dimenticando però che queste, oggi, fanno con noi la stessa cosa, con l’unica differenza che attualmente i nostri vicini si sono dotati, nel frattempo, di impiantistica e noi no, lasciandoci unicamente discariche che creano solo problemi di gestione come quella di Sant’Arcangelo a Trimonte e di Montesarchio, alla località Tre Ponti.

La continua e giusta richiesta di una perequazione non deve però portarci a chiudere la porta alle vicine province con cui si potrebbe ragionare per concretizzare qualcosa di maggiore interesse, smettendola con le continue guerre fra i nostri campanili quando si parla di impiantistica per i rifiuti».

Con la Regione che secondo Ruggiero non è esente da colpe: «In questo scenario la Regione Campania dovrebbe avere un ruolo determinante, invece di abdicare di fronte alle proprie responsabilità, cercando semplicemente di non inamicarsi il Sindaco di Benevento e favorendo i tanti che vorrebbero realizzare i propri impianti in terra Sannita, trattando rifiuti delle altre province, o addirittura regioni.

Una terra in cui l’area che si respira è ancora buona, se non fosse che Benevento è una delle cittadine più inquinate d’Italia, le cui centraline, anche in pieno lockdown hanno fatto registrare continui superamenti delle soglie limite, perché a differenza di tutti gli altri Comuni del Sannio, nel capoluogo non si effettuano controlli sugli impianti di riscaldamento».

E poi sulla centrale Luminosa da realizzare a Ponte Valentino: «E come se non bastasse si riapre anche il capitolo della Luminosa, una centrale da 400 Mw che dovrebbe essere realizzata a Ponte Valentino, praticamente alle porte di Benevento, e di cui oggi nessuno sa nulla se non che i ricorsi di Comune e Provincia sono stati dichiarati perenti.

E la politica cosa si inventa. Il Presidente della Provincia propone ad esempio lo sdoppiamento dell’ASEA, l’azienda provinciale preposta al controllo delle caldaie, che senza un ulteriore parco da certificare, come quello ad esempio della città capoluogo, è destinata a fallire, come accaduto per le altre partecipate della Provincia, Samte ed Art Sannio.

Mastella invece dai giornali annuncia la costituzione di una nuova società che dovrà gestire l’invaso di Campolattaro, composta da tutti i Comuni del Tammaro, senza illuminarci quali siano le competenze dei paesi di quell’area nei confronti di un’infrastruttura che appartiene al Ministero omonimo e il cui utilizzo è per legge individuato nella Regione Campania.

In ogni caso o si tratti di ASEA o di un nuovo soggetto, la Provincia resterà obbligata a investire circa 450.000 euro ogni anno per portare ad collaudo l’invaso».

E sono tanti i limiti e i problemi secondo Ruggiero: «Un’agricoltura di qualità che si approvvigiona da fiumi che per l’assenza di depuratori ha mandato sotto processo decine di Sindaci, iniziando dalla citta di Benevento che sta messa peggio di Calcutta, e che non riesce dopo cinque anni di onorata amministrazione Mastelliana a trovare un sito dove posizionare un depuratore.

Un Presidente della Provincia che continua a promettere interventi negli alvei fluviali ma che non ha il coraggio di dire che senza il coinvolgimento della Regione Campania e dell’Autorità di bacino meridionale, da quei fiumi difficilmente uscirà un solo granello di sabbia, considerato che il ruolo della Provincia è quello di essere unicamente l’ente delegato alla verifica idraulica dei fiumi Fortore, Calore, Sabato, Isclero e Tammaro.

Una provincia che ha la possibilità di produrre centinaia di megawatt di energie da fonte eolica e che vede proprio nel Presidente della Provincia uno dei maggiori antagonisti, solo perché qualche aereogeneratore è finito nel suo paese.

 

Mentre il mondo va avanti e segue una direzione estremamente chiara il Presidente Di Maria insegue l’ambientalismo nostalgico dei pastori e delle transumanze, epoche caratterizzate anche però da fame e miseria per i nostri paesi, ma soprattutto da tanta emigrazione.

In definitiva il Sannio non riesce a risolvere i suoi problemi, ulteriormente aggravati da un mastellismo troppo ed unicamente impegnato a trovare equilibri che possano garantire la propria sopravvivenza politica, e che, come nel caso del Presidente Di Maria, ha sempre la fortuna di individuare un fedele esecutore di ordini pronto ad immolarsi alla causa del proprio capo».